Il 13 marzo 2018, Francesco Della Corte, guardia giurata, fu ucciso davanti la stazione di Piscinola da tre ragazzi. Uno di questi, pochi giorni fa, ha compiuto 18 anni ed ha ottenuto un permesso per lasciare il carcere e festeggiare con la sua famiglia e pubblicare foto sui social.
La figlia della vittima, Marta Della Corte, ha così commentato l’accaduto su Facebook: “Vedere chi ti ha portato via l’altra parte del tuo cuore, a poco più di un anno dal fatto, così ritratto sui social, è dura e fa male.Non mi sono mai espressa direttamente tramite i social perché queste ‘persone’, che nel tempo continuano a dimostrarsi di una pochezza inaudita, non meritano la mia attenzione. Ma ogni volta è veramente dura. Ci hanno costretto a vivere con il cuore a metà. Il tempo aggiusta le cose, dicono, ma non sempre. A queste persone non venga scontato nulla, ma che quel giorno la giustizia, come dovrebbe essere sempre e per tutti gli uomini in uno stato di diritto, faccia il suo corso“.
A Radio Marte, si è espresso anche il figlio di Francesco Della Corte, Giuseppe: “Io sono veramente arrabbiato, è una persona che ci ha rovinato la vita, ha ucciso mio padre ed esce ed entra, vede gli amici. Vorrei chiedere anche io il permesso per abbracciare mio padre, a chi lo chiedo? Ringrazio tutti quelli che ci sono vicini. Sapere che c’è l’appoggio delle persone è molto importante. Io mi sto affidando alla giustizia e devo fare giustizia a mio padre. Profumava di vita e gliel’hanno tolta. Questo vale come esempio, chi vede questa foto si può sentire in grado di fare di tutto perché lo stato italiano è morbido. Stiamo parlando di un omicidio. Per me era un punto di riferimento, lo penso tutta la giornata. Subire una cosa del genere non ti da rassegnazione e vedere una foto così mi chiedo in che carcere sta“.
A commentare l’accaduto anche Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp:”È vergognoso che, dopo neppure un anno di detenzione, il killer di Piscinola sia stato ‘premiato’ nonostante abbia ucciso un uomo a sangue freddo: non possono esserci sconti o concessioni verso chi si è macchiato di reati tanto gravi. Uno Stato che premia un assassino macchiatosi dell’omicidio di un tutore dell’ordine, permettendogli di festeggiare il suo 18esimo compleanno insieme a parenti e amici e con tanto di foto sui social network, di fatto non è uno Stato di diritto: è uno Stato in cui la giustizia è morta. La nostra vicinanza oggi va ai familiari della vittima e al profondo dolore che inevitabilmente staranno provando in queste ore“.