Hanno deciso di restare in silenzio davanti al giudice la preside e le maestre di Giuseppe Dorice, il bambino massacrato di botte dal patrigno Tony Essoubti Badre. Le donne sono a processo perché, secondo l’accusa, sapevano di quello che avveniva in quella casa di Cardito ma non sono mai intervenute per far cessare le violenze. Nel ruolo di imputate per omessa denuncia, davanti alla Corte di Assise di Napoli si sono avvalse della facoltà di non rispondere.
Una tragedia che molto probabilmente si poteva evitare, se la comunità non avesse deciso di far finta di niente. Non solo le maestre, ma anche i vicini ed i conoscenti. Nonostante le urla, nonostante il bambino fosse stato preso a calci per strada, nonostante fosse stato visto con un occhio nero a scuola, nessuno ha mai aiutato Giuseppe e la sua sorellina, Noemi, la quale ha più volte raccontato ciò che succedeva in quella casa.
Racconti agghiaccianti fatti brutalità e violenza: Noemi, per non farsi picchiare più, faceva addirittura finta di svenire. Com’è possibile che tutto ciò non si sapesse o, per lo meno, non si sia mai immaginato che in quella casa di Cardito si poteva, di doveva in qualche modo intervenire?