Ricordate il caso di Giovannino? Il neonato, che ora ha 5 mesi, è nato con l’ittiosi di arlecchino. Una rara malattia genetica che causa problemi e morte in età pediatrica. Il ginecologo dell’Ospedale Sant’Anna di Torino dove era stato ricoverato aveva rilasciato su Facebook alcune considerazioni sul piccolo. Ora per le sue parole social il medico rischia il licenziamento.
LA STORIA – A novembre il ginecologo Silvio Viale, dirigente medico di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Torino, pubblica sulla propria pagina Facebook alcuni post. Nel primo racconta la storia del neonato e difende la scelta dei genitori di non riconoscerlo. Ma a colpire è sopratutto un passaggio:
“Per capire cosa sia la Ittiosi Arlecchino, la variante peggiore della Ittiosi Autosomica Congenita, bisogna avere il coraggio di guardare le foto reperibili su qualsiasi motore di ricerca. C’è da sperare davvero che non sopravviva, mentre è necessario garantire una assistenza adeguata per il periodo che dovesse sfuggire alla morte”.
In un altro post critica il consigliere regionale Maurizio Marrone (FdI) che lo aveva accusato di essere ‘Dott, Morte’. Infatti il medico radicale è famoso per le sue posizioni a favore dell’aborto e dei suicidio assistito.
PROVVEDIMENTI – Dopo quelle parole, il consigliere Maurizio Marrone aveva annunciato un’interrogazione in Consiglio regionale. Poi era arrivata la decisione del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Sant’Anna di Torino che ha proposto l’avvio di un procedimento disciplinare nei confronti del medico per “non conformità del comportamento” al Regolamento disciplinare e al Codice etico per ‘mancato rispetto della privacy’.
Nel corso di una conferenza stampa organizzata nella sede radicale di via San Dalmazzo, il ginecologo si è difeso e ha spiegato:
“Il 16 dicembre sono convocato dalla Commissione disciplina della Città della Salute. Mi contestano due post su Facebook, in una querelle con il consigliere regionale Maurizio Marrone, e alcune interviste. Con la fuga di notizie non c’entro nulla. Sono intervenuto su un caso in cui si stavano colpevolizzando i genitori e ho cercato di fare chiarezza usando i toni politici attuali. Chiedo all’Ordine dei medici di tutelarmi: non mi si può negare di intervenire in un dibattito pubblico”.
Il medico ora rischia il licenziamento. Ma prima pubblica i dati riguardanti il numero di interruzioni volontarie di gravidanza fatte nel suo Ospedale nel 2017. Ben il 47% contro il 21% dei parti. Non è da escludere che lo vedremo candidato alle prossime elezioni politiche.