Casal di Principe: mancano i fondi, chiude pizzeria anticamorra. L’appello a Mattarella


Potrebbe non avere un lieto fine la storia della pizzeria anticamorra “Nuova cucina organizzata” di Casal di Principe, in provincia di Caserta. Il locale, gestito dalla coop sociale Agropoli che ha in cura anche altri beni sequestrati alla camorra, potrebbe ben presto chiudere.

L’annuncio arriva dal presidente Antonio De Rosa nel corso della presentazione del ‘Pacco alla camorra’ edizione 2019, che si è tenuta al Consiglio regionale. Il motivo? La coop aspetta ancora il pagamento di 30 mensilità del budget salute, non potendo beneficiare delle anticipazioni economiche. Quasi due anni e mezzo. Fondi pubblici necessari a pagare i dipendenti. Infatti tutti e sette i dipendenti, appartenenti ad aree disagiate, e ora rischiano a loro volta il licenziamento.

Questo il comunicato apparso sulla pagina Facebook della pizzeria di Casal di Principe, che chiede un intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella:

“La Nco cucina è un’attività della coop soc. AGROPOLI nata per l’inserimento lavorativo e pur essendo un’attività autonoma che si sostiene privatamente attraverso i propri clienti e non è finanziata da soldi pubblici chiuderà il 7 gennaio insieme a tutte le attività della cooperativa Agropoli.

In diverse circostanze ed a più riprese abbiamo evidenziato come, con il Decreto della Giunta Regionale della Campania N° 282 del 2016, in cui le prestazioni sociosanitarie erogate dai Centri Accreditati, le grosse strutture, beneficiano delle anticipazioni economiche, mentre le cooperative che gestiscono i Budget di Salute ed attraverso questo sistema utilizzano beni confiscati alla criminalità in provincia di Caserta, non possono beneficiare di questa procedura. Due pesi e due misure, con risultati pessimi edallarmanti”.

Territoriale C6, inoltrataci in data 13.12.2019, nel goffo tentativo di giustificare il mancato pagamento delle fatture degli ultimi due anni (2018/2019) a cui si aggiunge il secondo semestre 2012, sempre frutto dell’ennesimo rimpallo Comuni/Regione/ASL, evidenzia un quadro politico ed amministrativo “apocalittico” da cui si evince, in modo inequivocabile, che “nessuno degli attori istituzionali coinvolti ha la reale intenzione di risolvere la questione, ma anzi si sta conducendo questo sistema al suicidio” .

Abbiamo precisato, in tutti gli ambiti istituzionali, che con queste modalità operative si sarebbe messo a rischio l’esistenza stessa della cooperazione sociale e la conseguente gestione dei beni confiscati, soprattutto nel casertano. Poiché gli inserime nti lavorativi dei soggetti svantaggiati, previsti dai Budget di Salute, si svolgono in attività di imprenditorialità sociale attivati per lo più su beni confiscati alla criminalità organizzata, i ritardi nei pagamenti delle prestazioni socio/sanitarie sos tenuti dai Budget di Salute, quindi LEA socio/sanitari obbligatori per legge, sono diventati non più “sostenibili”.

A questo punto dobbiamo constatare che non si tratta più solo di inefficienza, incapacità, incompetenza e inettitudine tecnicoamministrativ a, ma di una sottile strategia per favorire i grossi potentati della sanità e per smantellare, finalmente e per sempre, il riformismo innovativo insito nella sperimentazione del sistema, ormai divenuto modello organizzativo/operativo, delle cure domiciliar i. Riteniamo sia giunto il momento in cui ognuno “deve fare la sua parte”.
Noi, la nostra l’abbiamo già fatta con impegno, coraggio ed abnegazione.  Ma queste doti, ora, non bastano più.

Il balletto del rimpallo delle responsabilità non ha senso, soprattutto perché non fornisce soluzioni, non indica percorsi, ma anzi si cerca solo di scaricare su altri le proprie responsabilità. Non si può consentire di liquidare la questione con un generico richiamo al dovere, “rinnovando il sollecito” ai Comuni morosi e al chiarimento alla Regione Campania. l’ASL ed una “blanda richiesta”.

Di fronte a questa irresponsabile, caotica e drammatica gestione della prospettiva del settore, il management della Cooperativa non può fare altro che ridimensionare, a malincuore, le proprie attività imprenditoriali operando l’immediata chiusura, a partire dal 0 7 .01.2020, del ristorante pizzeria sociale “Nuova Cucina Organizzata” ubicata, come tutti sanno, a Casal di Principe. Su un bene confiscato alla peggiore delinquenza locale con il conseguente licenziamento del personale, e procedere, poi,progressivamente, alla chiusura totale di tutte le altre attività.

Per anni ci hanno etichettato come “territorio omertoso e poco coraggioso”, ma tutto quanto sta accadendo testimonia che il corag gio non è affatto mancato e chi, invece, è venuto meno è proprio lo Stato (per nostra natura “odiamo gli indifferenti”).

E per non rendere vano questo nostro sacrificio, ci appelliamo al Presidente della Repubblica perché chi ha le dovute responsabilità almeno possa pagare.

Ci siete riusciti…..”.

Una situazione complicata che ha visto il presidente del Consiglio regionale, Rosa D’Amelio, intervenire a favore della coop. La D’Amelio ha assicurato che solleciterà il presidente della Giunta regionale, Vincenzo De Luca, per lo sblocco i fondi.


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