‘Radiazioni come vivere un mese a Napoli’: l’Asl Veneta si scusa ma parte la richiesta danni



Prima la ‘gaffe’ poi le scuse. Nei giorni scorsi ha fatto scalpore vedere il nome della città di Napoli associato a un modulo sanitario di consenso per esami radiologici dentali di una Asl di Verona. Un caso di ‘discriminazione territoriale’ che ha sollevato polemiche, tanto da spingere l’Asl a scusarsi e rimuovere il modulo.

LA STORIA – Nel modulo di consenso, Napoli è utilizzata come termine di paragone per far comprendere ai pazienti la bassa soglia di radiazioni di una Tac dentale. Nel foglio infatti si legge:

“L’esame radiologico con CBCT comporta una dose efficace compresa tra 30 e 100 microSievert, mediamente dell’ordine di 1/20 del fondo annuale di radiazioni. Per comprendere questo valore occorre sapere che equivale alla dose assorbita per 3-4 OPT tradizionali o per radiazioni ambientali vivendo un mese a Napoli (il capoluogo con la massima dose ambientale annua in Italia), oppure trascorrendo due mesi in montagna, o 50 ore in volo a 8000 metri”.

LE SCUSE – L’Ulss 9 di Verona è subito corsa ai ripari. In una nota ha spiegato come si trattasse solo di un paragone statistico e ha deciso di rimuovere la frase incriminata.

Nessuna intenzione di creare un esempio negativo su Napoli, che è stata citata unicamente in qualità di benchmark nazionale per quanto riguarda il tasso di radioattività ambientale. Pur nella più assoluta buona fede, al fine di evitare ulteriori strumentalizzazioni la Direzione dell’Ulss 9 ha comunque deciso di sostituire e aggiornare il modulo in questione, che è stato già rimosso dal sito internet aziendale. E si scusa con quanti possano essersi risentiti per l’accaduto”.

LA CAUSA – Ma le scuse non sono bastate a Flavia Sorrentino, delegata all’autonomia del Comune di Napoli e responsabile dello sportello che raccoglie le segnalazioni di ‘offese alla città di Napoli’. Sul suo profilo Facebook scrive:

“Il testo lesivo dell’immagine di Napoli è stato eliminato e sono arrivate le scuse dell’Ulls9 di Verona – l’azienda sanitaria che ha paragonato il vivere un mese a Napoli agli effetti nefasti delle radiazioni – attraverso un comunicato stampa in cui aggiungono che si è trattato di un fraintendimento.
Tuttavia, lo Sportello Difendi la Città, intende proseguire e chiedere il risarcimento dei danni, così come è stato proposto a gran voce dai numerosissimi segnalatori in queste ore.
In questi mesi tanti cittadini veneti e non hanno firmato un consenso in cui si specifica che una radiografia può essere pericolosa come un periodo di soggiorno a Napoli. In questo modo sono cresciuti odio e diffidenza e molti avranno cancellato le vacanze. Va dato un esempio forte. Le scuse non bastano”.

Tantissime infatti sono le persone che si sono sentite offese e che hanno visto in questo modulo sanitario l’ennesima forma di discriminazione da parte di una Regione del Nord verso la città di Napoli. Non è sfuggito ai più attenti la scelta di scrivere il capoluogo in corsivo, mettendo ancora più in risalto il nome della città.


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