La fase 2 è ormai cominciata, ma non tutti sono contenti delle misure adottate nel nostro paese. La protesta dei Parrucchieri a Napoli, sotto il palazzo della Regione a Santa Lucia, è un chiaro segno di questo diffuso malcontento.
Ho anticipato gli stipendi ai miei dipendenti perché non abbiamo visto un euro, né dall’Inps né dalla Regione. Ecco perché oggi in centinaia siamo a palazzo Santa Lucia: per sensibilizzare le istituzioni butteremo via le chiavi dei nostri negozi“.
Misurazione della temperatura e cambio della divisa a ogni turno, occhiali e visiera sempre indossati, mascherine anche per i clienti. Tra un taglio e un colore, si dovrà poi procedere all’igienizzazione di servizi e postazioni continuando comunque a utilizzare materiali monouso (soprattutto nei centri estetici) e gestire l’attività, solo su appuntamento.
I coiffeur però, messi in ginocchio dalla pandemia, si erano già organizzati con un ricorso al Tar: o aprire subito o chiudere per sempre. “I materiali monouso li ho sempre utilizzati“, continua Marco Esposito, “per il resto è solo una questione organizzativa. Io ci tengo alle regole e alla salute dei miei clienti e della mia famiglia“.
“Questo a differenza di alcuni sciacalli che vanno di nascosto a casa delle clienti, con il rischio di diffondere il virus“, aggiunge il sindacalista napoletano Giuseppe Alviti. “Le istituzioni sono indifferenti, nessuno controlla, nessuno sanziona e tantomeno è aiutato chi rispetta la legge“.