Infermiera del Cardarelli, colta da un ictus cerebrale sul posto di lavoro, salvata dalla Stroke Unit
Lug 24, 2020 - Marina D'Alessio
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Un’infermiera dell’Ospedale Cardarelli, colta da un grave ictus cerebrale durante il turno di lavoro, viene salvata dalla Stroke Unit.
La donna ha avuto un malore mentre si trovava in servizio negli ambulatori del Cardarelli. Verso le 10 del mattino l’operatrice ha iniziato a stare male ed ha, sin da subito, manifestato i sintomi di un ictus cerebrale.
Prontamente soccorsa, è stata presa in carico dal personale della Stroke Unit, la quale è di fondamentale importanza per prevenire le conseguenze da post ictus.
Avere dei posti letto dedicati alla degenza e alla riabilitazione delle persone colpite da ictus, consente di prevenire danni permanenti e ridurre i tempi di degenza e riabilitazione. Prima si interviene, infatti, e maggiori sono le probabilità di esito positivo.
Dopo aver praticato gli esami neuroradiologici del caso, a meno di un’ora dall’inizio del malessere l’infermiera, è stata trattata con trombolisi endovenosa.
In seguito, la donna è stata sottoposta ad un trattamento di riperfusione endovascolare dall’equipe del dottor Mario Muto. A tre ore dall’esordio dell’ictus l’albero vascolare era del tutto disostruito.
“Questo caso – spiega Valentino Manzo, direttore dell’Unità operativa complessa di Neurologia e Stroke Unit del Cardarelli – ci dimostra ancora una volta quanto sia importante intervenire in quella che definiamo la “golden hour” e quanto siano efficienti i percorsi strutturati nella nostra azienda ospedaliera”.
Le condizioni dell’infermiera, che al momento dell’ictus erano gravissime, con un’afasia totale e una paralisi completa degli arti di destra, sono progressivamente migliorate nelle ore seguenti e ad oggi la donna non ha alcun deficit residuo.
Un episodio che evidenzia, ancora una volta, come la Stroke Unit del Cardarelli rappresenti il modello più avanzato ed efficace di trattamento dei disturbi cerebrovascolari acuti e l’unico in grado di ridurre significativamente mortalità e disabilità legati alla malattia.
L’attiva collaborazione con la UOC di Neurochirurgia e l’U.O. di Neuroradiologia interventistica garantisce, inoltre, un approccio terapeutico multidisciplinare nei casi in cui sia necessario intervenire su più fronti.