Prima un incontro caratterizzato dal consumo di droga e un rapporto sessuale, poi la lite per motivi amorosi che è degenerata in violenza e quindi la morte di Luana Rainone. È questo il filo conduttore dei fatti ricostruiti dagli investigatori, messi sulle tracce del colpevole proprio dallo stesso Nicola Del Sorbo, che ascoltato poco dopo la scomparsa della donna in qualità di testimone aveva negato di averne notizie.
I detective, al contrario, avevano già preso visione di un filmato in cui Luana si dirigeva verso la baracca dove vive l’uomo, e avevano ascoltato voci circa una relazione tra i due. Poi la confessione, con la rivelazione del luogo in cui aveva nascosto il cadavere dell’amante.
COME SI SONO SVOLTI I FATTI
Nicola Del Sorbo ha vuotato il sacco prima attraverso dichiarazioni spontanee, successivamente con una confessione, alla presenza del pubblico ministero Viviana Vessa. Secondo quando riportato dal Mattino, Del Sorbo avrebbe affermato che il giorno dell’omicidio Luana Rainone si era recata da lui per consumare un rapporto sessuale. Avrebbero assunto anche della droga. A un certo punto Luana ha chiesto a Nicola quando avrebbe lasciato la sua attuale compagna, con la quale ha tre figli, chiedendogli di andare a convivere. Così è scattata la lite, la donna lo avrebbe colpito con calci e gli avrebbe scagliato un cellulare contro. A quel punto la reazione, una coltellata alla gola di Luana che ne avrebbe provocato la morte. Il seguito è storia più o meno nota: Nicola ha messo il copro in un sacco per i rifiuti e, dopo averlo avvolto con una coperta, lo ha gettato in un pozzo nero nei pressi della baracca.