Dopo le transenne e le picconate a sfavore del complesso di Santa Chiara e la chiusura di parte del decumano maggiore (Spacca Napoli), stamattina, in seguito alla caduta di un eucalipto ieri sera in Villa comunale, l’amministrazione napoletana ha deciso di transennare e chiudere al transito parte della Riviera di Chiaia.
Si fa ormai interminabile la lista di monumenti, palazzi, parchi, vicoli e strade maestre, resi inaccessibili da transenne, reti anti-caduta, impalcature, gru picconanti.
La città di Napoli sta diventando inagibile in ogni sua parte e, ciò che è peggio di questo periodo, i turisti rimangono in hotel spaventati da un panico ingiustificato. Sì, ingiustificato! Perché è diventato impossibile che di fronte alle ultime tragedie umane e all’effettiva disattenzione da parte del Comune ci si possa abbandonare a un’isteria di massa e all’immobilismo da panico, che imprigiona e stressa le attività di un’intera cittadinanza.
Ciò che dovrebbero compiere i poteri istituiti è quello di ricorrere ai ripari senza dare dell’occhio, garantendo tranquillità e serenità alle attività collettive. La cittadinanza dovrebbe sentirsi al sicuro, sapendo che consorzi umani e le più colte abilità lavorano dietro le quinte affinché la città possa essere vissuta.
Ansia da proclami, allarmismo, trionfalismo, sono queste cose che sono ora, più di tutto, nocive alla città. Occorre invece una pianificazione razionale e previdente degli interventi da attuare per la preservazione del patrimonio storico e sociale, per la sicurezza e la garanzia della qualità della vita, per la promozione di quel lavoro sociale che oggi giorno è sempre più messo alla porta.