Durante l’ultimo anno e mezzo di pandemia da Covid-19, come ben sappiamo, i sanitari sono stati in prima linea nella lotta contro il virus. Poco da fare, però, quando i familiari dei pazienti, e i pazienti stessi, decidano di sfogare la propria rabbia su di loro. Infatti, sono molteplici le aggressioni ai danni del personale sanitario di ospedali e 118. Casi come quello avvenuto al Rione Sanità, dove un senzatetto avrebbe aggredito gli operatori del 118 sia verbalmente che fisicamente.
O ancora, casi in cui i parenti dei pazienti decidono di sfasciare ospedali per la perdita di un proprio caro, nonostante non ci fosse nulla da fare. Come accaduto all’Ospedale Villa Betania, dove i familiari della vittima hanno cominciato a sfasciare tutto una volta appresa la notizia della dipartita del parente.
“Abbiamo lanciato un allarme concreto alle istituzioni, con una esplicita richiesta per ripristinare, all’interno dei nosocomi, i presidi fissi delle forze dell’ordine“. Presidi, come ricorda il Presidente di Nursing Up, che sono stati soppressi ormai da tempo in numerose realtà sanitarie. Decisamente nefaste le conseguenze che ha comportato tale abbandono dei sanitari alla mercé di pazienti e familiari ricchi di ira. “Siamo entrati nel cuore di problematiche scabrose, fotografando e rapportando quanto accadeva e accade oggi nelle realtà sanitarie italiane.”
Il fenomeno delle violenze consumate ai danni di infermieri e altri operatori sanitari in Italia è a dir poco allarmante: il 79% delle persone che subiva e subisce violenze negli ospedali italiani sono donne
Violenza fisica, minacce, insulti, comportamenti tesi a umiliare o mortificare stanno diventando quasi pane quotidiano di tutti i sanitari. “Nella vita lavorativa di molti infermieri c’era e c’è tutto questo.” spiega De Palma. Non a caso, circa un infermiere su 10 ha ammesso di subire violenza fisica sul lavoro. Minacce con arma da fuoco, invece, per il 4% degli infermieri. Sempre più comuni, intanto, i casi di violenza verbale. Insomma, aggressioni che in un periodo storico come questo non fanno altro che peggiorare la situazione negli ospedali.
“E allora ci chiediamo: fino quando si vuole mettere la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, e ignorare quanto accade davanti ai nostri occhi? Fino a quando gli infermieri saranno costretti ad assumere il triste ruolo di punching ball, contro cui il paziente di turno o il parente, può liberamente permettersi di sfogare la propria incontrollata rabbia? Chi altri, oltre al Ministro della Salute e quello degli Interni, sarà chiamato a condividere il grave peso per le conseguenze che discendono dall’aver ignorato i nostri appelli?” domande, quelle di De Palma, che ancora non hanno una risposta concreta e rassicurante.