Cominciano a spuntare dettagli e retroscena sulla morte di Antonio Natale, il ragazzo di 22 anni scomparso il 4 ottobre dal Parco Verde e trovato, ieri sera, morto nei pressi del campo rom di Caivano. In attesa dell’autopsia, al momento l’ipotesi più probabile sembra essere l’uccisione a causa di uno sgarro verso gli altri esponenti della criminalità organizzata, forse l’appropriazione di una ingente somma di denaro derivante dalla gestione del traffico di stupefacenti.
Altre indiscrezioni parlano di un presunto tradimento da parte di un amico e del coinvolgimento di due ragazzi che nelle prossime ore potrebbero essere arrestati. Uno di costoro, a soli 21 anni, sarebbe il gestore di una piazza di spaccio. Non solo: Il Mattino nella sua edizione odierna scrive che l’identità di costoro sarebbe conosciuta agli abitanti del quartiere, così come avrebbero saputo che Antonio era stato ucciso la sera stessa della scomparsa. Il giovane aveva infatti detto alla madre, il 4 ottobre, che sarebbe andato a Napoli con un amico per comprare dei vestiti. Da allora non ha avuto più sue notizie.
Un ulteriore dettaglio che circola è rappresentato da un presunto responso di una veggente, che avrebbe indirizzato gli inquirenti verso il luogo del ritrovamento del corpo. “Vedo guai, grossi guai. Vedo sangue, morte, carcere. Vedo le guardie”, avrebbe detto. Forse non è un caso, comunque, che Antonio sia stato trovato proprio nei pressi del campo rom non autorizzato di Caivano.