È di ieri la notizia della condanna a 9 anni e mezzo di reclusione per Michele Antonio Gaglione, il fratello 32enne di Maria Paola morta a 20 anni mentre era sullo scooter con il compagno Ciro Migliore, un ragazzo transessuale con cui aveva una relazione non vista di buon occhio dalla famiglia.
I giudici della Corte d’Assise di Appello hanno riconosciuto a Gaglione il reato di omicidio preterintenzionale, ossia come conseguenza di un altro comportamento che non aveva lo scopo di causare la morte della ragazza. L’accusa, invece, aveva chiesto 22 anni di reclusione per omicidio volontario.
L’associazione Antinoo Arcigay si era costituita come parte civile e ad essa è stato riconosciuto un risarcimento del danno per odio transfobico. “La corte – dichiara Giovanni Paolo Picardi, legale di Ciro Migliore – ha altresì condannato l’imputato al risarcimento del danno in favore delle costituite parti civili e, cioè, Ciro Migliore e l’associazione Antinoo Arcigay Napoli col che riconoscendo il movente transfobico dei delitti”.
“Si è definitivamente concluso – dichiara Daniela Lourdes Falanga, presidente dell’associazione – un processo che ha chiarito, in maniera inequivocabile, che ciò che ha procurato la morte di Paola Gaglione ha a che fare con il pregiudizio e l’odio nei confronti di Ciro in quanto uomo transgender nonostante parte della comunità intorno alla famiglia dell’imputato ritenesse ingiustificata l’accusa”.
“Abbiamo sempre confidato nella giustizia – conclude Falanga – e continuiamo a sperare in una legge che ponga all’attenzione l’aggravante per odio omolesbobitrasfobico”.