A pochi giorni dalla morte di Raffaella Maietta, l’insegnante di 55 anni travolta dal treno alla stazione di Marcianise, la Procura di Santa Maria Capua Vetere continua ad indagare sulle cause del decesso ed attualmente il cellulare della vittima è al vaglio degli inquirenti. A renderlo noto è l’Ansa.
Stando alle prime ricostruzioni del caso la donna avrebbe dovuto prendere il treno per recarsi sul posto di lavoro quando si è consumato il dramma. Inizialmente l’ipotesi più accreditata era quella del suicidio ma il marito e i figli di Raffaella non hanno mai creduto alla possibilità di un gesto estremo volontario. Per questo motivo, rivolgendosi agli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo, hanno presentato esposto alla Procura.
La Polfer ha sequestrato il cellulare della donna per tentare di ricostruire le due ore decisive ovvero dalle 6:30, quando è rimasta sola in casa (il marito è uscito per recarsi al lavoro mentre i figli vivono fuori Regione), fino alle 8:45, orario in cui si è consumata la tragedia.
L’indagine molto probabilmente verterà anche sulla testimonianza del medico di base e lo specialista psichiatra che seguivano la vittima. Per i familiari risulterebbe fondamentale ascoltare i due esperti per confermare che la donna manifestava soltanto un semplice stato d’ansia e non particolari disturbi che l’avrebbero spinta a togliersi la vita. In più sottolineano che mai in passato aveva palesato pensieri o tentativi di suicidio.