Larga partecipazione e commozione ai funerali di Elvira Zriba, la giovane di 34 anni travolta e uccisa da uno scooter che correva impennando sul lungomare di Napoli. La cerimonia si è svolta nella chiesa di Piedigrotta, accompagnata da un corteo che si è sviluppato sul luogo della tragedia.
“Dov’è Dio? Come è stato possibile permettere tutto ciò? Perché ha scelto di far morire una ragazza perbene, lavoratrice e amata da tutti? Dio di certo non era su quella moto” – queste le parole pronunciate dal sacerdote durante l’omelia, lo stesso che alcuni mesi fa ha celebrato anche le esequie di Mustafà, fratello di Elvira deceduto anch’egli poiché investito da un pirata della strada. Una diretta della funzione è stata pubblicata sul profilo Facebook del consigliere regionale Borrelli.
Se il sacerdote fa il suo mestiere invocando Dio, quello che dovrebbero fare i cittadini è invocare le istituzioni tutte. È evidente, da ben prima della tragedia di Elvira, che le condizioni del traffico della zona del lungomare sono pressoché fuori controllo. Auto e scooter al altà velocità, pista ciclabile invasa dai motorini, vetture parcheggiate in seconda e terza fila e quant’altro, oltre a causare disagi alla circolazione provocano altresì l’abbassamento dei livelli di sicurezza. L’assenza di controlli incoraggia i pirati della strada, che agiscono senza timore né di fare del male agli altri, né di subire le conseguenze delle proprie azioni.
Una tragedia che purtroppo, tuttavia, sembra avere insegnato ben poco. Venerdì sera infatti un’automobile ha travolto due ragazzi sul lungomare: il conducente proveniva a velocità sostenuta da via Orazio quando ha investito i giovani. Questi ultimi sono stati soccorsi e trasportati in ospedale. Non sono in pericolo di vita, ma uno di essi ha riportato fratture alle gambe e al bacino.