Riesumano un cadavere sepolto nel cimitero di Roccarainola, in provincia di Napoli, e vengono colti sul fatto. I carabinieri li hanno sorpresi nel giorno di chiusura: stavano riportando alla luce la salma senza alcuna autorizzazione, e per motivi che attualmente sono ignoti.
Le persone in questione sono tutti lavoratori socialmente utili impiegati presso il comune di Roccarainola, un piccolo comune dell’alto nolano situato al confine tra le province di Napoli, Caserta, Benevento ed Avellino. I militari li hanno colti nel pieno del fatto e li hanno denunciati per violazione di sepolcro, oltre ad averli denunciati anche perché sono risultati percettori del Reddito di cittadinanza pur non avendone diritto. Le indagini ora sono in corso per comprendere il motivo per cui stavano riesumando il cadavere.
La riesumazione è un fenomeno diffuso, in Italia, soprattutto al Sud. Le ragioni sono sia spirituali che logistiche, in quanto la pratica serve anche a liberare spazio per accogliere altre salme: si preferisce così spostare i resti in nicchie sopraelevate, generalmente disposte lungo le pareti. La riesumazione avviene solitamente cinque anni dopo il decesso, quando il corpo ormai si è decomposto: restano così le ossa, che vengono esposte al sole per farle asciugare bene, poi raccolte in un lenzuolo e infine posizionate nella nicchia (eventualmente insieme alle spoglie di altri cari deceduti).
Non era questo però il caso della notizia proveniente da Roccarainola. I tre lavoratori socialmente utili hanno scelto un giorno di chiusura per effettuare le operazioni non autorizzate: è fondamentale comprendere i motivi del gesto per appurare se la condotta sia attribuibile a una circostanza particolare, o se possa essere stata ripetuta nel tempo.