Napoli – Sono 346 gli anni di carcere che Henry John Woodcock, sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, ha chiesto nei confronti degli imputati nel processo per infiltrazioni della camorra negli appalti degli ospedali di Napoli. Ad essere coinvolti nel procedimento giudiziario sono alcuni esponenti dei clan, come il boss Luigi Cimmino e suo figlio, e funzionari del Cardarelli, del Nuovo Policlinico e dell’Azienda dei Colli.
Le richieste formulate vanno dai 4 ai 18 anni di carcere: sono 48 le persone gravemente indiziate. Per il boss Luigi Cimmino – che si è pentito – e suo figlio sono stati chiesti rispettivamente 9 e 14 anni di reclusione. Lo rende noto l’agenzia Ansa. Gli appalti nei quali si sono verificate le infiltrazioni di camorra riguardano principalmente la ristorazione, i distributori automatici, le pulizie e la sanificazione. Gli arresti risalgono al 21 ottobre 2021.
Nella propria confessione Luigi Cimmino ha svelato quali erano le attività del clan sotto il suo comando: non solo appalti e ospedali, ma perfino il pizzo nelle chiese.
“Anche i lavori per il restauro delle facciate delle chiese vennero taglieggiati – ha spiegato Cimmino ai pm Celeste Carrano e Henry John Woodcock – Erano lavori che fruttavano bene. Quando viene montato il cantiere, arriviamo noi. Per qualche giorno il cantiere si ferma, un tempo tecnico necessario per definire la percentuale dei lavori da imporre al capo del cantiere”.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro: “Prendevamo 25mila euro per ogni posto di lavoro. Poi, quando qualcuno si scocciava di lavorare, ce lo consegnava e noi lo rivendevamo ad un prezzo maggiorato ad un altro genitore che ci chiedeva un’occupazione per il figlio. Parliamo di lavori nelle ditte di pulizia, nelle società di catering che entrano nelle procedure di appalto nelle grandi strutture pubbliche”.
La compravendita dei posti di lavoro viene gestito, afferma Cimmino, “da quello che sta negli ospedali. Tutte le ditte che lavorano negli ospedali pagano l’estorsione, quando una ditta subentra al posto di un’altra parte la richiesta estorsiva da parte del nostro clan si consuma in due modi: con il versamento di soldi (tre tranches l’anno); ma anche con la pretesa di posti di lavoro, parte dei quali possono essere assicurati a parenti e amici, mentre il resto vengono venduti”.