Un nuovo crollo nell’area archeologica di Pompei, lo apprendiamo dal sito repubblica.it nella sezione cronache di Napoli. Dopo tre anni esatti dopo lo sgretolamento della Schola Armaturarum, avvenuto il 6 novembre 2010, la situazione non sembra sia migliorata infatti proprio questa mattina un nuovo crollo nella centralissima area archeologica in via dell’Abbondanza.
Stavolta ha ceduto la parte superiore di un muro alto circa 1,80 centimetri (80 centimetri di larghezza per circa 1,70 di lunghezza) nella casa numero 21 dell’Insula V (Regione VIII).
IL CASO
Si tratta di un ambiente non affrescato, ma molto frequentato dai turisti, perché rappresenta un tipico ambiente di vita pompeiana, per la presenza di un “thermopolium” che come ben sapete è l’antico chioschetto dell’antica Roma, dove era possibile acquistare e consumare cibo.
La notizia del crollo è stata data da Antonio Pepe, segretario del sindacato “Cisl Bac” degli scavi, poco dopo il giro di ronda del custode di servizio in zona. “I vecchi mali della città antica non sono stati mai risolti – commenta Pepe – Ancora una volta siamo di fronte all’assunzione di tante teste pensanti, ma di poche braccia da lavoro che dovrebbero invece assicurare la manutenzione ordinaria del sito”.
Gli fa eco Renato Petra, coordinatore nazionale di Ugl-Intesa Beni Culturali: “Pompei cade a pezzi, ma perché ci meravigliamo ancora? – commenta – Per almeno quindici anni, salvo il periodo del Commissario, sono stati effettuati solo interventi di somma urgenza. Quelli che si fanno senza gara. Niente manutenzione. Se oggi cade un muro non stupiamoci quando domani cadrà una casa”.