Non sono necessarie parecchie argomentazioni per comprendere la pericolosità di una pistola che si trova a terra, incustodita, nel bel mezzo di scontri in cui sono coinvolti degli ultras. Il passato in questo senso è maestro: due casi su tutti che vengono alla mente sono quelli di Filippo Raciti e Ciro Esposito. Ieri per fortuna non ci è scappato il morto né il ferito in maniera grave, eppure la tragedia è stata davvero dietro l’angolo. Un poliziotto infatti ha perso la pistola di ordinanza durante gli scontri con i tifosi dell’Eintracht Francoforte e dell’Atalanta, arma che per fortuna poi è stata recuperata dai colleghi e restituita al legittimo possessore.
La foto è stata pubblicata dalla pagina Facebook Hooligans TV, che pubblica materiale foto e video riferibile al mondo ultras, pur precisando che “non intende promuovere la violenza né lo stile di vita ultras”.
Può sembrare una delle tante informazioni o curiosità sui fatti di ieri al centro storico di Napoli, eppure se ci si ferma a riflettere si può comprendere la gravità di quanto sia accaduto. Di chi sarebbe stata la responsabilità di un eventuale omicidio? Soltanto della persona che ha sparato, o anche di chi non è riuscito a garantire la sicurezza? Gli scontri tra tifosi e quelli tra tifosi e forze dell’ordine non vanno presi alla leggera, come invece sembra essere successo a Napoli.
Il Ministero dell’Interno e la Prefettura partenopea erano a conoscenza dei rischi. Sapevano che centinaia di persone, senza biglietto e con la dichiarata intenzione di fare casini, si sarebbero fatte sentire e pure forte se ne avessero avuto la possibilità. Delle condizioni che le Autorità non sono state in grado di rimuovere efficacemente: è sotto gli occhi di tutta Europa. Una doppia figuraccia internazionale: quella di vietare la trasferta per motivi di sicurezza, e l’incapacità di garantire la sicurezza stessa. Un record all’italiana.