Ancora un cedimento questa mattina ha colpito la già martoriata Galleria Principe di Napoli. Una grande quantità di intonaco e calcinacci nella zona che guarda all’ingresso del Museo Nazionale sono caduti rovinosamente, mettendo a serio rischio l’incolumità dei passanti.
Immediata la denuncia di alcuni esponenti politici locali, che hanno sottolineato come la zona sia esposta sempre più a pericolosi crolli che inevitabilmente richiamano alla mente la dolorosa morte di Salvatore Giordano, il ragazzo morto a soli 14 anni nel 2014 dopo essere stato colpito da un lastrone di marmo staccatosi da un palazzo della galleria Umberto I, situata al centro della città.
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La Galleria Principe di Napoli è stata più volte oggetto di interventi di restauro conservativo, dapprima nel 2009 quando il bene era amministrato dalla Romeo Gestioni Spa, società all’epoca incaricata di gestire il patrimonio comunale, e successivamente nel 2017 quando furono completate le facciate. Tuttavia una serie di crolli che interessarono il soffitto e i fregi dei capitelli posti all’interno obbligò l’amministrazione De Magistris a chiudere per diverso tempo gli spazi, che furono riaperti dopo circa un anno, solo in seguito all’applicazione di una rete di protezione per i passanti, certamente non in grado di fermare il degrado. Per questo la Galleria è stata inserita nel Contratto istituzionale di sviluppo del centro storico del Governo, destinataria di fondi per 10 milioni di euro finalizzati ad una nuova riqualificazione.
Attraverso la collaborazione tra Comune, Museo MANN e la rete di imprese che si è aggiudicata alcuni locali all’interno, la Galleria è oggi animata da bar e svariate attività legate alla mobilità sostenibile e alla formazione, secondo un progetto finalizzato a trasformarla in un polo culturale e commerciale. Nonostante ciò, appare ancora distante il momento in cui si riuscirà ad assicurare una adeguata tutela ad uno dei più importanti beni monumentali della città.