Venerdì 3 Ottobre i genitori di Davide Bifolco, il ragazzino del Rione Traiano ucciso da un carabiniere dopo un inseguimento, sono stati ospiti di Barbara d’Urso nella trasmissione che quest’ultima conduce, Pomeriggio 5. I due fuochi attorno ai quali è stata costruita l’intervista sono il dolore per la perdita di un figlio giovanissimo, e la vicenda in se stessa, ossia l’inseguimento di tre ragazzi su un motorino che ha forzato un posto blocco, conclusosi con una morte, sembra, accidentale. Isotta Esposito ha riportato parte dell’intervista per urbanpost.it:
La madre di Davide: “Secondo me non vivrò più. Quella scena in cui ho visto mio figlio a terra mi resterà sempre dentro”
Barbara d’Urso: “Perché stavano in tre ?”
La madre:“Mio figlio era uscito per andare in sala giochi, non so perché erano in tre in motorino”.
Barbara d’Urso: “Per chi sta vedendo la televisione ora, perché quei ragazzi senza casco, stavano scappando? Ti sto facendo la domanda per loro”.
La madre: “Non voleva perdere il motorino forse”.
Il padre: “Prima di tutto a Napoli devono abbassare l’assicurazione”.
Barbara d’Urso: “Se non puoi permetterti l’assicurazione non vai in motorino”.
Il padre: “Mio figlio era in mezzo, non era suo il motorino. Non giustifica che un carabiniere l’abbia speronato. Loro hanno sbagliato ad andare in motorino in tre, ma hanno alzato mio figlio già morto da terra, senza far intervenire la scientifica. Hanno sequestrato il motorino. Se uno ammazza un carabiniere paga la sua condanna, ma quanti carabinieri hanno pagato?”
Barbara d’Urso: “Ma quanti carabinieri sono morti, perché uccisi da ragazzi?”
Alla fine è stata letta la lettera del carabiniere alla famiglia del giovane, in cui ribadisce che il corpo è partito accidentalmente dopo essere inciampato, e che il colpo in canna egli e il suo collega lo avevano perché stavano inseguendo un latitante, che poteva essere armato.