“Il limone della discordia” come molti lo hanno denominato e con marchio Igp, come tende a sottolineare il vicesindaco di Sorrento, Giuseppe Stinga, ha causato enormi proteste via web, tra i cittadini e tra i prefessionisti del settore. La Bauli rischia di dover pagare un risarcimento alla città. A tal proposito il sito IlMattino.it scrive:
Si annuncia una guerra a colpi di carte bollate tra il comune e la Bauli. La giunta, guidata dal sindaco Giuseppe Cuomo, ha chiesto all’ufficio legale di esprimere un parere sull’eventuale inosservanza delle norme sulle indicazioni geografiche e sulla denominazione di origine dei prodotti agricoli e alimentari.
Motivo? Nei giorni scorsi, la Bauli ha messo in commercio una torta-panettone ripiena di crema al limone. E chiamata, guarda caso, «Sorrento». La notizia ha fatto in poco tempo il giro del web, scatenando le critiche e le proteste dei residenti e degli operatori del settore dolciario.
Non ultimo Antonio Cafiero, il pasticciere dei vip, secondo il quale «la colpa dell’accaduto è anche dei sorrentini, che ignorano la valenza di un marchio vincente e stentano a fare rete tra loro per promuovere il brand di Sorrento». Di qui la presa di posizione dell’amministrazione comunale, che potrebbe preludere ad una richiesta di risarcimento danni nei confronti della Bauli.
Ad illustrare la situazione è il vicesindaco Giuseppe Stinga, titolare della delega al Marketing territoriale: «A seguito delle numerose segnalazioni di cittadini, imprenditori ed operatori turistici, abbiamo avviato delle verifiche per rilevare eventuali irregolarità nello sfruttamento del nome di Sorrento – spiega l’esponente della giunta comunale – Il limone di Sorrento gode del marchio Igp, su cui vigila un consorzio di tutela: un fiore all’occhiello della produzione agroalimentare della penisola costiera al quale, sebbene non in maniera esplicita, il messaggio pubblicitario sembra rimandare».