Una bimba di tre anni ricoverata in condizioni disperate al Santobono di Napoli dopo essersi rovesciata una pentola di acqua bollente addosso. Un fatto drammatico avvenuto ieri sera ad Acerra: i genitori, entrambi originari del Burkina Faso, hanno dapprima condotto la piccola all’ospedale di Frattamaggiore, ma da lì i sanitari del 118 l’hanno trasferita al Santobono a causa della gravità della situazione.
Ieri sera, in un’abitazione di Acerra, la bambina di soli tre anni si è rovesciata sul corpo una pentola piena di acqua calda che si trovava sui fornelli. Da lì la corsa dei genitori al nosocomio di Frattamaggiore i cui medici, viste le condizioni gravi della piccola, hanno disposto il trasferimento all’ospedale pediatrico Santobono che è meglio attrezzato. I dottori hanno riscontrato un’ustione di secondo grado sul 45% del corpicino. La bambina è in terapia intensiva, la prognosi riservata, in attesa di essere sottoposta ad intervento chirurgico per l’asportazione della pelle ustionata.
A causa del pericolo di infezioni è stata dichiarata in pericolo di vita. L’organo della pelle, infatti, ha compito primario quello di mettere al riparo il corpo e gli organi interni dagli agenti esteriori, germi, batteri, virus che possono essere letali. A questo punto sarà estremamente delicato e fondamentale l’operazione che la bambina dovrà subire, con una contestuale copertura delle ustioni.
Sul sito dell’Istituto Superiore della Sanità sulle ustioni di secondo grado “la lesione è più profonda e interessa anche il derma (la parte immediatamente sottostante l’epidermide). Compaiono bolle e vesciche molto dolorose. I tempi di guarigione possono variare da qualche settimana a periodi lunghi e possono rimanere cicatrici sulla pelle”. È un tipo di ustione intermedio tra il primo ed il terzo grado, il più complicato, dove si ha la distruzione della pelle.