Uscirà tra sei anni Daniele De Santis, l’ultras romanista autore dell’omicidio di Ciro Esposito, sparato il 3 maggio 2014 e morto in ospedale dopo circa un mese e mezzo di coma. Detto ‘Gastone’, fu condannato prima a 26 anni di reclusione, ridotti poi a 16 in appello.
De Santis in quella giornata da incubo si trovava all’interno di una palazzina in viale Tor di Quinto, ritrovo di un circolo di estrema destra, della quale pare fosse il custode. Prima provocò alcuni autobus che stavano accompagnando i tifosi partenopei allo stadio Olimpico per assistere alla finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina con sassaiole e lancio di petardi, poi scaricò un intero caricatore uccidendo Ciro.
Il tutto, accompagnato da alcuni uomini, mai identificati, che furono verosimilmente coloro che nascosero poi l’arma del delitto. Il gruppo di estrema destra con cui De Santis era legato si chiama ‘Trifoglio’, che si affiancò prima al Popolo della Libertà, poi a Fratelli d’Italia. Con loro, l’omicida si candidò alle elezioni del 2008.
Imbarazzante l’intervista rilasciata nel febbraio 2023: in quell’occasione De Santis si dichiarò contro la violenza, sottolineando come “tutte quelle degenerazioni – riferendosi ad alcuni scontri tra tifosi avvenuti sull’autostrada A1 – non dovrebbero appartenere al mondo del calcio. Le persone dovrebbero vivere la passione sportiva per quello che è: sana condivisione agonistica“. Inoltre, l’assassino dichiarò anche di pensare “ogni giorno a Ciro Esposito. In carcere ho avuto molto tempo per pensare al mio trascorso di vita. Penso soprattutto ai ragazzini appassionati di calcio, mi piacerebbe che la mia vicenda giudiziaria fosse per loro da insegnamento per evitare che tragedie come quella toccata a Ciro Esposito si ripetano“, aggiungendo di aver subito anche lui conseguenze fisiche permanenti.
Parole che suonarono come un patetico tentativo di redenzione pubblica, provando a mostrare un’umanità che in quell’essere semplicemente non esiste. Parole che suscitarono inevitabilmente la reazione di Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, che rispose: “Daniele De Santis è sceso in strada con una pistola. Non stava ‘nel posto sbagliato al momento sbagliato’ come dice, ma al contrario, perché lì c’era un parcheggio dove i ragazzi avevano fermato la macchina per andarsi a vedere la partita. Non dica idiozie: De Santis ha assalito un autobus, mio figlio non sapeva nemmeno che fosse un tifoso romanista, è andato in soccorso delle persone che urlavano e lui ha sparato, come non si spara nemmeno a un animale”.
Ieri a Roma è apparso uno striscione inneggiante a Daniele De Santis, vergognoso, incommentabile, inumano. Scientificamente esposto a dieci anni dalla morte di Ciro. Tra sei anni, il suo assassino sarà nuovamente libero.