Cronaca

Papà in classe il 19 marzo, madre single chiede un’alternativa. La preside: “Cambi scuola”

L’Assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli Luca Trapanese, ha pubblicato sul suo profilo ufficiale Facebook l’amaro racconto di una madre single, risalente ad un censurabile episodio avvenuto nel periodo dell’ultima festa del papà.

Papà in classe il 19 marzo, madre single chiede un’alternativa. La preside: “Cambi scuola”

Questo il testo integrale:

“Mi trovo costretto, mio malgrado a dover denunciare un caso che mi è stato segnalato, nel quale vengono lesi i diritti di un bambino e della sua mamma. È da un po’ di tempo che sono in contatto con Cristina, mamma single di un bimbo che frequentava la scuola dell’infanzia presso l’Istituto Comprensivo Piscicelli-Maiuri di Napoli”.

“La sua storia mi ha fatto capire quanto la nostra società sia lontana dal mettere in atto delle vere pratiche di inclusione per insegnare, soprattutto nei contesti educativi, cosa significhi empatia, accoglienza e rispetto per l’Altro”.

“In occasione dello scorso 19 marzo, giorno della festa del papà, in quanto mamma single in una famiglia monogenitoriale, Cristina ha fatto presente alla Preside dell’I.C. Piscicelli-Maiuri di Napoli che invitare in aula i papà di tutti i bimbi della classe per condividere le attività nell’ultima parte della giornata avrebbe esposto suo figlio ad una situazione complessa da gestire emotivamente e psicologicamente, visto che l’unico bimbo accompagnato non da un papà ma da una mamma sarebbe stato lui”.

“La Preside però ha ritenuto di non dover neanche rispondere alla mail, così come non ha risposto alla seconda mail che Cristina ha inviato, esprimendole il suo disappunto per il mancato confronto sulla questione e la sua richiesta di un chiarimento sull’orientamento futuro dell’Istituto in considerazione del fatto che il figlio, dal prossimo anno, avrebbe frequentato la scuola primaria”.

“Cristina ha poi fatto un terzo tentativo e ha chiesto un appuntamento alla Preside, che non le è stato concesso. È arrivata poi una telefonata dalla Preside poiché troppo impegnata per ricevere un genitore. Il consiglio, per Cristina madre single, è stato unicamente quello di far cambiare scuola al bambino poiché quella scuola è la scuola della “Tradizione,” la maggioranza dei bimbi ha un padre e una madre e, dunque, avrebbe tutelato loro…d’altronde era un peccato privare tutti della festa solo per un bambino”.

“Quando Cristina le ha chiarito che non era sua intenzione privare tutti i bimbi del festeggiamento ma solo di trovare modi diversi per declinare la festa in maniera più rispettosa del vissuto di ogni bambino e più inclusiva, la Preside ha ribadito nuovamente e con insistenza, che sarebbe stato opportuno un’altra scuola, attuando così, a tutti gli effetti, una politica dell’esclusione che poco o niente ha a che fare con ciò che viene invocato a gran voce in termini di inclusione, rispetto e tutela dei casi minoritari”.

“Ho pensato di sostenere Cristina ed ho invitato la Preside nel mio assessorato per un confronto sulla questione, ma non ho ricevuto, finora, alcuna risposta.
Questa storia dovrebbe farci riflettere su quanto una parte della nostra società sia ancorata a posizioni di chiusura e disprezzo verso l’Altro, verso la differenza, dovrebbe suscitare in noi preoccupazione poiché le istituzioni preposte alla formazione dei bambini si dimostrano tristemente inadeguate al compito che sono chiamate a svolgere”.

“La Scuola dovrebbe innanzitutto insegnare il rispetto della diversità, la cura per l’Altro. Se di “scuola della tradizione” si vuole parlare allora è necessario riconoscere che tutte le famiglie (incluse quelle monogenitoriali e omogenitoriali) sono famiglie tradizionali nella misura in cui si fondano sull’amore.
L’Istituto in questione, è un Istituto Statale, la Preside è dunque chiamata a gestire una “cosa pubblica” non con una sua visione personale : come può rifiutarsi di accogliere e tutelare la platea eterogenea di bambini che i genitori tutti ogni giorno le affidano?”.

“Il piccolo cambierà scuola, una scelta dolorosa ma necessaria per la sua serenità e quella della sua mamma. Mi auguro che questa vergognosa storia arrivi al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania Ettore Acerra e che seri provvedimenti siano velocemente adottati”.

La pelota no se mancha.