Dramma nel carcere di Salerno, detenuto sgozza con una lametta il compagno di cella
Lug 19, 2024 - Redazione
Si è consumata una tragedia nel carcere di Salerno, in Campania. Un detenuto di origini magrebine ha sgozzato e ucciso un connazionale con una lametta. L’autore del gesto è stato immediatamente fermato dagli agenti della polizia penitenziaria.
Dramma nel carcere di Salerno, detenuto sgozza con una lametta il compagno di cella
Il sindacato del comparto delle forze dell’ordine che lavorano nelle carceri Uspp ha commentato così il crimine: “È da tempo che denunciamo lo stato di abbandono delle carceri campane. Questo è un episodio gravissimo; non abbiamo più parole per definire la confusione gestionale da parte di chi governa le carceri in Campania”.
“In questo marasma generale – affermano i segretari Auricchio e Del Sorbo – a farne le spese sono i poliziotti penitenziari, lasciati soli, in un silenzio assordante, senza strumenti idonei. Come sindacato abbiamo più volte denunciato il sovraffollamento del carcere di Salerno che ha il tasso più elevato in regione oltre che una carenza di organico che si attesta sulle 70 unità di personale di polizia penitenziaria. Nonostante le gravi difficoltà il personale di Salerno con enormi sacrifici riesce comunque a garantire l’ordine e la sicurezza interna; tuttavia in queste condizioni estremamente precarie, di degrado, sovraffollamento e complessità dell’utenza, alcune tragedie non sono altro che cronaca di morti e gravi eventi critici più volte annunciati”.
Il segretario regionale del Sappe Tiziana Guacci ha invece dichiarato: “L’ennesimo episodio gravissimo di violenza presso gli istituti campani. Il sindacato da tempo denuncia lo stato di abbandono delle carceri in Campania. Si continua ad assistere a continue aggressioni non solo al personale di polizia penitenziaria ma anche alla popolazione detenuta”.
“Di fronte a tali denunce – continua la sindacalista – riscontriamo una inerzia del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria rispetto ad interventi concreti e risolutivi. Siamo molto preoccupati non solo per l’incolumità del personale di polizia penitenziaria ma della stessa utenza che vuole scontare la propria pena in maniera serena”.