Lasciano francamente interdetti le dichiarazioni rilasciate da Antonio Colucci, sindaco di Sirignano, a La Stampa dopo il caos mediatico creato dal video che ritrae una banda di ragazzi del piccolo paese situato nell’Avellinese agire con violenza nei confronti di un bambino.
Il primo cittadino del comune di circa 2800 abitanti si è espresso così sulla questione: “Non è successo niente di che, cose di ragazzi, hanno litigato e fatto un filmino”.
Parole molto pericolose, pronunciate tra l’altro senza aver visionato il video: “Non l’ho visto, mi ha informato il vigile. Mi ha detto che i ragazzi stavano giocando e poi hanno litigato, tutto qua. Cose di bambini”.
Chiaro l’intento di Colucci di provare a rompere la bolla di giudizio nei confronti di Sirignano, paese balzato improvvisamente alla cronaca nazionale per una questione che ha fatto indignare l’opinione pubblica a tutte le latitudini. Un atteggiamento superficiale che ha contribuito ad alimentare numerose polemiche: dall’istituzione più alta del comune ci saremmo aspettati una ferma condanna, nonché parole di conforto verso il bambino vessato.
E invece è arrivata una goffa giustificazione della gang, che ha lasciato un’amara consapevolezza in chi viene bullizzato, soprattutto in contesti sociali così circoscritti e, a questo punto inutile nascondersi, culturalmente inadeguati ad una crescita sociale volta al rispetto altrui.
Una caduta di stile ignorante, volgare, offensiva e dolorosa ancor più di quegli schiaffi. Immediata la replica di Francesco Emilio Borrelli, che era stato tra i primi a diffondere il video, e che alleghiamo di seguito integralmente.