VIDEO/ “Ti spacco la testa nel finestrino!”. Altra ragazza picchiata nel Napoletano
Ott 03, 2024 - Redazione
“Ti sbatto la testa nel finestrino dell’auto e te la spacco!”. Ancora un’aggressione ad una ragazza nel napoletano. Lite a Casoria si trasforma in un caso di violenza sulle donne.
Uomini che odiano le donne. Ne sono sempre di più o, per lo meno, spuntano fuori come funghi da quando cellulari, social e videosorveglianza permettono di immortalare e denunciare le scene di violenza.
Violenza sulle donne nel Napoletano, spunta un altro video
Appena ieri è stata denunciata dal deputato di alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli un’aggressione da parte di un ragazzo alla sua fidanzatina (sedicenne, a quanto si sente dal filmato). Una lite scatenata dalla mancata obbedienza della giovane donna alle richieste del suo partner. Motivi di gelosia di soprattutto.
A poche ore di distanza da quell’episodio, ne è sbucato fuori un secondo. Questo sarebbe avvenuto nella zona a Nord di Napoli, a Casoria. Anche qui la scena è stata registrata, ma stavolta da un cellulare di un residente. Si vede il maschio della coppia tentare di afferrare e colpire la ragazza che però riesce a tenerlo lontano per un po’ spintonandolo e difendendosi con dei calcetti.
“Ti spacco la testa nel vetro. Vuoi vedere?”
Poi però l’uomo riesce a prendere il sopravvento afferrando il viso ed il collo della ragazza. “Ti spacco la testa nel vetro(dell’auto). Vuoi vedere che schianto tutto? Vuoi vedere?” – si sente dire – sembra siano queste le parole – dal ragazzo nel video.
“Qui la registrazione e l’audio sono meno chiari ma non è importante.” – commenta Borrelli assieme al consigliere comunale di Casoria di Avs Salvatore Iavarone- “Qualsiasi sia il motivo che abbia spinto quell’individuo (proprio non posso definirlo uomo) prima ad inveire contro la ragazza e poi ad aggredirla, non esistono giustificazioni, non si può assolutamente neanche minimamente tollerare un tale gesto.
Arroganti, prepotenti e violenti contro chi, anche dal punto di vista della differenza fisica, non è in grado di reagire per poi magari tremare e piangere davanti ad un giudice per chiedere pietà (magari spronato dall’avvocato). Sono soggetti pericolosi e sono quelli che fanno più paura, perché quando abbassi le difese e gli concedi qualcosa ti azzannano.
È ovvio che la concezione che hanno dei rapporti umani e sociali, della donna, gli è stata trasmessa, gli è stata inculcata, dalle famiglie, dall’ambiente in cui hanno vissuto. Rieducazione sì, ma più che per salvare loro, per sovvertire l’ordine della cultura patriarcale e salvare le donne, le vittime degli abusi e delle violenze. Prima di poter anche solo pensare di fare qualsiasi altra cosa, occorre dare la possibilità alle donne di denunciare senza paura e vergogna, di allontanare chi le minaccia e di salvarsi.”