Concluse le indagini su Chiara Ferragni: per i PM è “truffa aggravata”. Cosa rischia

Concluse le indagini per truffa aggravata su Chiara Ferragni


La Procura di Milano ha chiuso le indagini nei confronti di Chiara Ferragni e altre tre persone per il caso per l’ipotesi di reato di truffa aggravata per presunte operazioni di pubblicità ingannevole. Il caso è quello riguardante la vendita, a prezzi maggiorati mascherati con iniziative benefiche, del pandoro Pink Christmas Balocco e delle uova di Pasqua Dolci Preziosi.

Chiara Ferragni, chiusa l’indagine per truffa aggravata

L’inchiesta per truffa aggravata nei confronti di Chiara Ferragni nasce in seguito alle campagne di comunicazione per le vendite, avvenute nel 2021 e 2022, del pandoro Balocco e delle uova di Pasqua Dolci Preziosi riportanti la griffe dell’influencer. Ferragni pubblicizzava questi prodotti sui propri canali social annunciando che parte dei ricavi sarebbero andati in beneficenza. A causa di tale nobile gesto la merce veniva proposta al pubblico ad un prezzo più alto: il pandoro, ad esempio, era venduto a circa 9,37 euro a fronte dei 3,08 euro per quello standard.

La Procura di Milano: “Consumatori indotti in errore”

Nella nota firmata dai procuratori si legge che “hanno permesso di ricostruire la pianificazione e diffusione di comunicazioni di natura decettiva, volte a indurre in errore i consumatori in ordine al collegamento tra l’acquisto dei prodotti pubblicizzati e iniziative benefiche”. Alla sola Chiara Ferragni (mediante le società Tbs Crew srl e Fenice srl a lei riconducibili) la Procura di Milano contesta un profitto ingiusto di circa 2,2 milioni di euro.

Gli inquirenti avrebbero riscontrato che, in realtà, le donazioni agli enti individuati sarebbero state del tutto mancanti o minime rispetto ai ricavi generati dalle vendite. Sempre secondo la magistratura inquirente, il nome di Chiara Ferragni ha contribuito a conferire fiducia ai consumatori, indotti tuttavia in errore poiché i loro soldi – nei fatti – non erano stati trasferiti ai beneficiari dell’operazione che erano l’ospedale Regina Margherita di Torino e l’associazione I Bambini delle Fate.

Cosa rischia Chiara Ferragni

Se la truffa semplice prevede la pena della reclusione da sei mesi a tre anni e la multa da 51 a 1.032 euro, la truffa aggravata prevede una sanzione più dura, ossia la reclusione da uno a cinque anni con una multa da 309 a 1549 euro. Il danno più grave è in ogni caso legato all’immagine, quello già occorso e soprattutto quello che potrebbe derivare da un eventuale rinvio a giudizio. Senza contare il fuggi fuggi che potrebbe ingenerarsi tra gli sponsor che, a quel punto, potrebbero scegliere di non legare più la propria immagine a quella dell’influencer.

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