Cronaca

Treviso, dottoressa minacciata perché meridionale: “Potrei buttarti l’acido addosso”

Fa molto discutere l’addio di Maria Laura Riggi, medico di base, all’ambulatorio di Giavera del Montello, in provincia di Treviso. La dottoressa, originaria del Sud, ha deciso di spostarsi nella vicina Volpago dopo aver ricevuto diverse e continue gravi minacce da alcuni pazienti, che l’hanno presa di mira anche a causa delle sue origini meridionali.

Dottoressa minacciata nel Trevigiano perché del Sud

La dottoressa ha affisso un cartello, scritto a penna, nella sala d’attesa del suo ex studio. I pazienti hanno potuto leggere così una lunghissima serie di accuse, alcune delle quali estremamente gravi: la dottoressa Riggi racconta – tra le tante – di essere stata inseguita da un paziente con in mano una catena di tre metri, di essere stata minacciata di essere sfigurata con l’acido e di violenza fisica. Il medico avrebbe avuto un incontro con il sindaco nel meglio di luglio e avrebbe anche presentato una denuncia ai carabinieri.

L’avviso della dottoressa Riggi Maria Laura

Il cartello affisso nell’ambulatorio

Tra i vari episodi rimarcati dal medico: “Ringrazio una parte della comunità dell’ambulatorio di Giavera di Montello per non avermi mai accolta. Per avermi seguita fino alla macchina con una catena di acciaio lunga tre metri. Per avermi detto: ‘Le persone fanno bene quando aspettano fuori dall’ambulatorio voi medici e vi uccidono’. Per avermi detto: ‘Tu non sei di qua, vedi di adattarti o ti rovino la vita‘. Per avermi detto: ‘Il tuo faccino potrebbe essere schiarito se ti buttassi addosso un po’ di acido, sai?'”. È stata definita anche una “Tosa (ragazza, ndr) del Sud senza cervello”.

Lo scritto continua a citare fatti e atteggiamenti di estrema gravità, prima di concludersi con delle parole per chi, invece, l’ha accolta calorosamente e civilmente: “Un grazie di cuore va, soprattutto, a quella parte della comunità che ha avuto la voglia di conoscermi, che mi vuol bene, che si fida, mi rispetta. Che mi ha accolta e mi ha accompagnata fino ad oggi. Senza di voi non sarei riuscita ad andare avanti e superare tutto questo.

La nota assurda del direttore dell’Asl

Nonostante Giavera sia un paesino di poche migliaia di anime il fatto ha suscitato una vasta eco, attirando anche le attenzioni dei vertici dell’Asl trevigiana. Il direttore generale, Francesco Benazzi, ha espresso solidarietà e vicinanza alla dottoressa Maria Laura Riggi ma precisando che “Resta il fatto che non sia corretto mettere sotto accusa un’intera comunità”. Nel cartello, tuttavia, la dottoressa era stata chiara nell’effettuare una distinzione tra buoni e cattivi, non a caso ha ringraziato chi l’ha accolta, augurandosi di continuare a incontrarli nel nuovo ambulatorio. Di fatto, il direttore ha così spostato l’attenzione dalle minacce e dalle condotte discriminatorie volendo inutilmente precisare qualcosa di già detto.

Benazzi ha poi insistito nella propria posizione priva di senso, pretendendo dalla dottoressa una presunta lucidità che, tuttavia, è difficile mantenere quando sei una donna e devi temere per la tua incolumità ogni giorno che ti rechi al lavoro. La dottoressa ha esagerato, non possiamo colpire un’intera comunità, ci sono sicuramente singoli individui che manifestano aggressività, ma la dottoressa poteva segnalarli all’ordine, poteva segnalarli all’usl e poteva fare un incontro preventivo col sindaco” – ha affermato Benazzi, che ha aggiunto: “Per tutti i medici c’è la possibilità della ricusazione del paziente. Ricusare una cittadina o un paese non ha nessun significato, anzi dimostra poca lucidità nel capire che vanno perseguite le persone che sono aggressive e non una popolazione intera”.

La risposta del medico

Riggi così è stata costretta a firmare una nota in cui ha ripetuto il suo intento: “Non è mai stata mia intenzione offendere un’intera comunità, con cui mi sono trovata benissimo e che spero mi seguirà presso il nuovo ambulatorio, ma mi rivolgevo a quella piccola parte di mutuati afferenti all’ambulatorio medico, a Giavera del Montello, che non aveva intenzione di adattarsi alle regole vigenti sia a livello nazionale che regionale e dalla quale ho, purtroppo, ricevuto minacce e aggressioni verbali”.

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