“Vengo a riparare il lavandino”, ed arrivava il corriere della droga
Nov 21, 2013 - Rosanna Gaviglia
Uno spaccio di droga ben organizzato, si nascondeva sotto forma di lavori di riparazione con tanto di frasi e nomi in codice. Una volta preso l’appuntamento per l’ipotetico “lavoro”, gli indagati partivano con la dose di cocaina o altro da poter vendere. Gli uomini in questione sono stati arrestati grazie alle indagini dei carabinieri di Torre Annunziata. A tal proposito il sito Retenews24.it scrive:
“Dobbiamo vedere il fatto del lavandino state a casa?”, oppure “Il fatto del condizionatore ve lo ricordate?”. Insomma parlando di ipotetiche riparazioni da effettuare nelle abitazioni conversavano invece di dosi di cocaina e altro stupefacente da vendere e acquistare. Droga che, per eludere i controlli, veniva chiamata anche “biglietti, lavandino, borsa dei ferri, computer”.
Ma le premure prese dagli indagati non hanno colto impreparati i carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata che per due anni hanno investigato (coordinati dalla procura di Torre Annunziata) su una banda dedita allo spaccio che aveva il suo fulcro a Poggiomarino e si estendeva nei Comuni vicini. E’ l’operazione che questa mattina ha portato i militari (agli ordini del capitano Michele De Riggi) all’esecuzione di 15 misure cautelari (3 in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 6 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria).
In carcere sono finiti Gennaro Ascolese, 27 anni e Giuseppe D’Alessandro 46 anni entrambi di Poggiomarino e Raffaele Osimo, 54 anni di Boscotrecase, mentre sono stati disposti gli arresti domiciliari per Rayka Petkova Tomova, 39 anni cittadina bulgara, Carmine Di Lorenzo 47 anni di Boscoreale, Ciro Miranda 36 anni, Pasquale Izzo, 50 anni, Paul Adrian Stoian 26 anni romeno e Gennaro Pappalardo 37 anni, questi ultimi tre residenti a Poggiomarino rispondono, a vario titolo, di concorso in spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di munizionamento.
L’attività dei militari è stata eseguita nei comuni di Poggiomarino, Boscoreale, San Giuseppe Vesuviano, Terzigno e Palma Campania dove risiedono gli altri indagati per cui è stato disposto l’obbligo di firma e dove tra il 2009 e il 2011 sono stati registrati episodi di spaccio. Un’inchiesta avviata dai militari della Stazione Carabinieri di Poggiomarino e finalizzata al monitoraggio di soggetti dediti allo spaccio al minuto di sostanze stupefacenti in Poggiomarino e nei comuni limitrofi.
Gli inquirenti hanno documentato oltre 300 episodi di spaccio anche a Scafati e Striano ed arrestare due degli indagati in flagrante di denunciare altre 6 persone per le stesse ipotesi di reato oltre che per favoreggiamento personale, e di segnalare. Venti persone sono state segnalate come assuntori di sostanze stupefacenti. “I provvedimenti restrittivi hanno disarticolato, quindi, una piazza di spaccio al minuto”, spiega in una nota il procuratore capo di Torre Annunziata Alessandro Pennasilico, “fortemente attiva in cui è emersa in maniera inequivocabile la natura professionale e la meticolosa preordinazione dell’attività e la pervicacia degli indagati, che hanno reiterato la condotta anche dopo gli arresti e i sequestri operati dai militari dell’Arma. Ancora una volta, purtroppo, viene confermato che nel territorio di questo circondario il traffico di stupefacenti costituisce, in certi casi, l’unica fonte di reddito di interi nuclei familiari, che si sostentano o prosperano nell’illegalità, in assenza di un adeguato tessuto culturale e sociale che rifiuti in radice tali condotte”.