Ennesimo episodio di vandalismo a Napoli. Nella giornata odierna è stata imbrattata la statua di re Umberto I sul lungomare, in corrispondenza della rotonda di via Nazario Sauro. Gettata vernice rossa sulla base come confermano le foto-denuncia del consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli.
Il monumento a Umberto I figura anche tra i luoghi da visitare a Napoli su tripadvisor (N. 410 di 808).
Nessuna spiegazione o rivendicazione dell’atto ma solo inciviltà e vandalismo. Nulla a che vedere con il gesto delle femministe che a Milano scelsero una vernice rosa (lavabile) per imbrattare la statua di Indro Montanelli, accusato di aver comprato una bambina moglie in Africa.
Umberto I era definito il ‘Re Buono’ (portò alcune innovazioni nel codice penale, tra le più importanti l’abolizione della pena di morte) e aiutò Napoli ad uscire dall’emergenza del colera.
Figlio di Vittorio Emanuele II (primo re d’Italia), Umberto I restò in carica dal 1878 fino alla morte avvenuta nel 1900. Durante il suo regno dovette fronteggiare diverse emergenze e anche un tentativo di assassinio avvenuto proprio a Napoli, in mezzo alla folla, da parte dell’anarchico Giovanni Passannante. Umberto I però era sempre stato vicino ai più deboli e già quando era principe si era recato in Campania per aiutare la popolazione vittima dell’eruzione del Vesuvio del 1879. Afflitta dal colera che portò alla morte circa 8 mila persone, il sovrano pronunciò a Napoli la famosa frase: “A Pordenone si fa festa, a Napoli si muore. Vado a Napoli”.
A lui si deve anche la costruzione del ‘Corso Umberto’. Nella legge per il “Risanamento della città di Napoli”, il primo intervento prevedeva lo sventramento dei “quartieri bassi”: Porto, Pendino, Mercato e Vicaria situati sotto il livello delle acque e quindi più soggetti a portare malattie e agevolare il contagio. Si decise di elevare il livello stradale di 3,5 metri e così nacque il Rettifilo, che collegava la Stazione centrale con via Medina e piazza Municipio.