Denuncia

VIDEO. Niente treni e autostrade al Sud, la scusa è assurda: “Non c’è nessuno che li usa”

Nell’ultimo periodo sembra che i media nazionali si siano resi conto del divario fra Nord e Sud e di ingiustizie secolari che vessano il nostro Meridione. Uno degli argomenti della puntata di Tagadà, programma di La7 condotto da Tiziana Panella, di lunedì 25 novembre 2019, è stato proprio il divario dei trasporti pubblici fra Nord e Sud Italia.

Dati alla mano, i giornalisti del programma hanno evidenziato come, ad esempio, i treni che viaggiano quotidianamente in Sicilia siano un quarto di quelli in Lombardia o di come le uniche regioni italiane al livello degli standard europei per l’accessibilità ai trasporti siano quelle settentrionali.

Il dibattito ha dimostrato ancora una volta come molti italiani neghino apertamente simili realtà, adducendo motivazioni inconsistenti: uno degli interventi di questo tipo affermava che “Al Sud ci sono meno abitanti che usufruiscono dei trasporti, quindi la situazione è naturale”.

Fortunatamente, ospite in studio era lo scrittore meridionalista Pino Aprile, che ha prontamente risposto a simili affermazioni con argomentazioni storiche, economiche e sociali ampiamente documentate. Aprile ha parlato di come più di mezzo secolo fa si affermava che “al Sud non hanno automobili, quindi non servono autostrade” e di come, al sorgere della Salerno – Reggio Calabria, le automobili proliferarono.

Riguardo alla rete ferroviaria ha evidenziato una triste realtà ben nota: “Al Sud non solo mancano le linee dell’alta velocità, ma manca anche la concorrenza fra le ditte. Quindi abbiamo un servizio incompleto e lo paghiamo anche il doppio perché i prezzi non si abbassano per la concorrenza: in pratica – conclude Aprile – siamo cornuti e mazziati“.

Importante che la stessa conduttrice abbia più volte evidenziato il divario ai suoi ospiti, contrastando per prima le affermazioni “negazioniste” ed evidenziando i dati raccolti in merito dalla sua redazione. Una prova evidente di come tutta Italia stia finalmente aprendo gli occhi sulla divisione netta che va avanti da oltre 150 anni.