La scorsa notte si è verificato un raid ad opera di ignoti ai danni del liceo scientifico statale E.G. Segrè, di San Cipriano d’Aversa, nel Casertano.
Durante la scorsa notte, il gruppo di ignoti si sarebbe introdotto all’interno della sede dell’istituto scolastico attraverso un buco effettuato nelle pareti dall’esterno. Una volta all’interno, i vandali avrebbero portato via sei computer presenti nel liceo, i quali, attualmente, sono di fondamentale importanza per le lezioni.
Non si tratta del primo episodio di questo tipo, e sono proprio i rappresentati d’istituto a renderlo noto attraverso un articolo pubblicato sul blog scolastico. “Ancora una volta il nostro liceo è stato preso di mira, per la seconda volta nel corso di quest’anno scolastico”, scrivono nella lettera pubblicata anche sulla pagina social del loro liceo.
“Stiamo attraversando un periodo storico difficile e complesso e la scuola è stata, per noi giovani, l’unico luogo in grado di preservare una quotidianità ormai persa, di ricucire lo strappo creato tra il nostro presente e il futuro che ci costruiremo.”
I ragazzi ricordano la possibilità di vivere la scuola come vorrebbero, un’opportunità che non hanno avuto ultimamente. Questi anni purtroppo non torneranno indietro, ma non per questo gli studenti hanno deciso di abbattersi, continuando a seguire le lezioni a distanza. “La scuola non si è mai arrestata, continuando ad essere il mezzo per scoprirci e porre le basi per il nostro avvenire.”
“L’istituzione è il cuore pulsante della società.” continuano i rappresentanti, aggiungendo che violarla, proprio come è accaduto, significa violare anche loro. Con non poche difficoltà, gli studenti provano di giorno in giorno a cercare un posto nella società attraverso la scuola e l’istruzione. Un’altra possibilità negata da chi ha sottratto loro gli strumenti per farlo.
“Come voi’ è tutto ciò che non vorremmo essere. Se la scuola insegna questo, sfondare muri e rubare computer non sarà mai sufficiente a spegnere la nostra sete di cultura, legalità e giustizia“: così i ragazzi concludono il loro messaggio, rivolgendosi direttamente a coloro che hanno effettuato il raid all’interno del liceo.