L’ultimo atto del Governo Letta è stato l’approvazione del piano di evacuazione in caso di eruzione del Vesuvio, i cui dettami sono sconosciuti alle centinaia di migliaia di abitanti interessati, oltre che potenzialmente inutile perché i singoli comuni non si stanno adoperando per mettere a punto i propri singoli piani, senza considerare che di prove di evacuazione non se ne vede nemmeno l’ombra. In una situazione come questa, dunque, i cittadini di ogni singolo comune non saprebbero come raggiungere la regione gemellata, destinata a ospitarli in caso di emergenza. Teoria che non tiene conto della pratica, sia in merito alla sua attuazione materiale, sia per quanto riguarda le reazioni della gente alla notizia di un’imminente eruzione.
Se trasferire tutti facendo uso di autobus, di quelli da 80 posti usati, ad esempio, dai turisti, è inverosimile perché ne occorrerebbero ben 8.750, per 700mila persone, i quali dovrebbero giungere nelle zone da evacuare non si sa da dove e in quanto tempo, allora Edoardo Cosenza, professore di ingegneria della Federico II e assessore regionale ai Lavori pubblici, fa qualche calcolo in un’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno, che cito di seguito:
“Ma considerate che nella zona sono immatricolate 300.000 automobili private. Quindi se si impone di usare una macchina per almeno due persone, cioè l’autista e almeno un passeggero, significa che almeno 600.000 si evacuano da sole. Per gli altri, al massimo 100.000 persone, è allo studio l’ipotesi di indirizzarli verso le stazioni ferroviarie, così la necessità di autobus dovrebbe poter essere coperta dalla sola Regione Campania”.
A questo punto è Angelo Lomonaco, colui che ha scrittore per il Corriere del Mezzogiorno, a fare una considerazione: “per 600 mila persone, caricando a bordo non due ma tre persone, sono necessarie 200 mila vetture. Considerando una lunghezza media di quattro metri per auto si ottiene una fila di 800 chilometri. Ma supponiamo di farle marciare in fila per due, metà verso Nord e metà verso Sud, si creerebbero 200 chilometri di coda in entrambe le direzioni. Oppure, più probabilmente, un unico gigantesco ingorgo nel quale rimarrebbero bloccati tutti, che l’eruzione ci sia oppure che si riveli infine un cessato allarme”. Un ingorgo mortale, se l’evento si verificasse.
In conclusione, ciò che si evince da tutto il discorso, è che, allo stato attuale delle cose, se scoppia il Vesuvio c’avimme arrangia’.