Aumenta, anche se di poco, l’uso nel nostro Paese del classico ‘pezzotto’. Secondo il nuovo focus di ricerca Ipsos per Favap (Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali), è del 38% (nel periodo pre-pandemia era del 37%) l’incidenza complessiva nell’ultimo anno che riguarda gli italiani che preferiscono non pagare abbonamenti a piattaforme streaming o pay per view soprattutto per partite di calcio o eventi sportivi. Dazn quindi risulta essere il più penalizzato da questa pratica illegale.
Come riportato da ‘Open’, sale ad 11 milioni il numero di persone che ha fatto uso delle Iptv illecite (un sistema di trasmissione di segnali televisivi su reti informatiche basate sui protocolli TCP/IP, in particolare sulla rete Internet), di queste ben 2 milioni ha ammesso di possedere un abbonamento illegale. Queso giro di affari illegale (molti pagano un pezzo irrisorio a qualche conoscente in grado di hackerare i canali a pagamento dove vengono trasmessi eventi sportivi) porta all’Italia un danno di circa 1 miliardo di euro all’anno. Un danno che si traduce anche in posti di lavoro in meno, con ben 6 mila persone che rischiano di perderlo. In pochi poi hanno la percezione di commettere un reato, solo il 37% degli intervistati ne è infatti consapevole.
Durante gli Europei 2o2o, erano stati 600 i siti illegali sequestrati e oscurati dalla Procura di Napoli. Un fenomeno, quello della pirateria degli eventi sportivi, che purtroppo non conosce un freno.