L’Università Federico II di Napoli all’ultimo posto tra i mega atenei italiani, ossia con più di 40mila iscritti, secondo l’ultimo rapporto Censis sulle università italiane. Ad uscirne male sono in generale tutti gli atenei campani, che non si discutono sotto il profilo della qualità dell’insegnamento e della formazione, ma risultano molto carenti rispetto a parametri che riguardano i servizi, l’efficienza, gli sbocchi lavorativi.
Gli indicatori considerati sono servizi, borse e contributi, strutture, internazionalizzazione, occupabilità e comunicazione 2.0. Quest’ultimo valuta il lavoro svolto sui social dalle università, giudicando dunque la comunicazione attraverso i profili Facebook, Instagram, Twitter, TouTube, TikTok e LinkedIn.
Passando ai 19 grandi atenei, quelli con un numero di studenti tra i 10mila ed i 40mila, vediamo Salerno all’undicesimo posto e la Vanvitelli al sedicesimo. Peggio hanno fatto Roma Tre, Catania e Messina, mentre l’Università della Calabria raggiunge un ottimo terzo posto (90,3) dietro Pavia (91) e Perugia (90,8). Quarta Venezia ca’ Foscari e quinta Milano Bicocca.
L’Orientale e la Parthenope di Napoli chiudono invece la classica dei 16 medi atenei, tra i 5mila e 10mila studenti. Le due università raggiungono un punteggio rispettivo di 78,2 e 77,3, mentre ai primi tre posti abbiamo Siena (96,7) Sassari (96) e Trento (94,8). Il dato che più colpisce è quello dell’Orientale sull’internazionalizzazione: la prima università di lingue in Europa è solo dodicesima.
Poi abbiamo i 9 piccoli atenei, con meno di 5mila studenti. L’Università del Sannio è penultima e peggio fa solo il Molise. Circa, infine, le Università private, la Suor Orsola Benincasa di Napoli è ultima nella classifica dei 4 medi atenei con 69,2 punti rispetto alla Luiss di Roma prima con 93.2.
Un rapporto dove il Sud ed in particolare la Campania escono con le ossa rotte, a parte qualche piacevole eccezione. Le università meridionali sono immobili per quanto riguarda l’offerta di servizi e l’efficienza, in particolar modo quelle campane, mentre gli altri atenei del Sud cercano comunque di assottigliare la distanza con quelli del Centro e del Nord. È già apprezzabile questo date le difficoltà enormi che non possono essere sanate nel breve e soprattutto senza un intervento statale, che sarebbe auspicabile visto che esiste pur sempre quella “cosa” chiamata Costituzione che – teoricamente – sancisce il principio di uguaglianza in virtù del quale lo Stato dovrebbe impegnarsi a rimuovere gli ostacoli che impediscono lo sviluppo della persona umana sia nel campo sociale che economico.