In Via Nazionale delle Puglie, arteria di Arpino Casoria, per moltissimi tratti non esistono marciapiedi… Nella migliore delle ipotesi sono spezzati o “decadenti” tanto da impedire il normale passaggio dei pedoni. C’è di più. Di notte, le illuminazioni mancherebbero completamente, tanto che un qualsiasi passante dovrebbe addirittura camminare col “giubbotto catarifrangente” per farsi notare dalle tante auto e moto che percorrono la strada sempre a velocità sostenuta, noncuranti dei limiti esistenti per i centri abitati.
Da non sottovalutare che in passato ci è scappato anche il morto incidentato e di recente, qualche abitante ha finito quasi per essere investito da auto in folle corsa. Una pericolosità senza fine se si pensa che Via Nazionale delle Puglie è abitata da tantissime famiglie con bambini, senza dimenticare i tanti disabili e anziani che quotidianamente percorrono la zona.
Uscire di casa, negli ultimi tempi, dato che non esiste freno “alla corsa dei mezzi a motore in strada”, è diventata quasi una scommessa: i minori non possono allontanarsi e alla minima distrazione potrebbero essere travolti… Nessuno scalpore se si valuta che anche stando attenti, le illuminazioni notturne comunali mancano in molti tratti; di conseguenza, anche il guidatore più attento non riuscirebbe a notare un cittadino che passa, e facilmente potrebbe “buttarlo sotto”.
Peggio, il buiame che ormai la fa da padrone per questa via, come in tante altre del casoriano, favorisce episodi di micro, macro criminalità e prostituzione… Un circolo “fin troppo vizioso” dunque che ad oggi, 2015, non ha trovato ancora una parziale soluzione. “E’ un’altra Casoria, una zona lontana dal centro, che le istituzioni non notano!”, come ha affermato Rosa, storica cittadina. Al proposito altri cittadini avrebbero anche proposto una videocamera mobile per questa strada. In merito alla vicenda qualche abitante ha così esordito: “Servirebbe a impedire quantomeno atti criminosi; in merito invece alla mancanza di marciapiedi e al buio… Per ora purtroppo non ci resta che pregare!”.