Coronavirus, dopo 24 ore di turno una multa di 530 euro. Il calvario dell’infermiera
Apr 15, 2020 - Daniela Dalli
Rosaria, infermiera da 14 anni presso l’Ospedale Capilupi di Capri, che ora presta servizio anche nella tenda allestita per i contagiati da Coronavirus, dopo un turno di 24 ore in ospedale a Pasqua ha rischiato di non tornare a casa dopo una multa di oltre 500 euro. Il marito, che la stava andando a prendere è stato multato durante il tragitto e la donna è rimasta da sola al porto di Sorrento.
All’andata, la loro auto è stata fermata ad un posto di blocco, ma avendo esibito l’autocertificazione i due hanno proseguito regolarmente fino a Sorrento. Maria Rosaria si è quindi imbarcata per Capri e dopo 24 ore di turno in ospedale è rientrata a Sorrento, dove avrebbe dovuto trovare suo marito ad attenderla.
“Mi ero accordata con mio marito per farmi prelevare al porto, in modo da tornare a Lanucusi, la frazione di Fisciano dove abitiamo”, dichiara la donna a IlMattino.
Poi durante il viaggio ha inizio il calvario di Rosaria: “Mio marito mi telefona perché la polizia municipale lo aveva bloccato a Castellammare di Stabia per multarlo per l’uscita non giustificata“, spiega l’infermiera che, avuta la notizia, ha iniziato a fare un giro di telefonate.
“Ho chiamato i vigili di Castellammare spiegando che non guido e non c’erano mezzi pubblici, oltre al fatto che mio marito appartiene al mio nucleo familiare e può accompagnarmi. Ho telefonato ai vigili capresi pronti a testimoniare la mia presenza in ospedale, ho riferito che avrei portato in visione il mio badge e ho contattato i carabinieri, la polizia di Stato e la polizia municipale di Sorrento per farmi aiutare”. Tutta fatica sprecata, le telefonate non sono servite a nulla perché alle 11:14 vengono verbalizzati 533.33 euro di multa al marito e Rosaria si trova sola nel porto di Sorrento.
“Alla fine sono riuscita a rincasare perché la Capitaneria di Porto di Sorrento mi ha riaccompagnato a casa, era Pasquetta e non c’era alcun mezzo, aggiunge Rosaria che sottolinea come il suo tragitto, vivendo in un paesino sia impossibile da praticare con treni o autobus e rende necessaria l’auto”.
Dopo questo episodio è intervenuto anche il sindacato Nursind, che ha chiesto garanzie per il ritorno a casa dei lavoratori che operano negli ospedali su territori disagiati . Antonio Eliseo, segretario regionale Nursind dichiara: “Ci vogliono da parte di De Luca, disposizioni chiare e precise”.