Rientri, in Campania attese infinite per i tamponi. In Lombardia 6000 in più al giorno
Ago 19, 2020 - Francesco Pipitone
I cittadini campani che rientrano dall’estero devono aspettare alcuni giorni affinché siano sottoposti a tampone e venga comunicato l’esito. Nel frattempo devono stare in isolamento, che può durare molto, una prigionia che diventa ancora più lunga quando si tratta dei contatti stretti (familiari, conviventi) di chi ha avvertito i sintomi. In un’intervista a Il Mattino l’imprenditore napoletano Cosimo Carbonelli D’Angelo – la cui figlia è risultata positiva – ha infatti riferito che, secondo una stima ricevuta dall’Asl, ci vogliono almeno 5 giorni prima di fare il test e conoscerne l’esito. Lui è stato uno dei primi a prenotarsi, figuriamoci chi lo farà nei prossimi giorni.
La Campania fa circa 600 tamponi al giorno a coloro che sono rientrati dalle vacanze, e non solo dai paesi considerati a rischio, ma da qualsiasi nazione del mondo, anche quelle che hanno meno contagi dell’Italia. La prudenza non è mai troppa, eppure se si firma un’ordinanza bisognerebbe essere preparati affinché tutto vada per il verso giusto.
Giulio Gallera, assessore al Welfare della Lombardia, ieri ha affermato che nella sua regione già si effettuano 6000 tamponi aggiuntivi al giorno per chi rientra da Spagna, Croazia, Grecia e Malta, che vanno ad aggiungersi ai 7000 che già normalmente si eseguono. La bellezza, dunque, di 13.000 tamponi al giorno. Gallera ha inoltre rassicurato che la richiesta viene processata tempestivamente, per cui il periodo di isolamento è pressoché nullo. Poche ore, perciò, per segnalarsi e fare il tampone; tempi velocissimi anche per i risultati.
Certo, i motivi dell’efficienza della sanità lombarda li conosciamo e sappiamo che a livello nazionale si è creato un sistema atto a favorire deliberatamente le regioni del Nord, che non solo ricevono più soldi dallo Stato, ma possono contare anche sui proventi dell’emigrazione sanitaria. Ha ragione la Gabanelli nell’affermare che “Il Nord non ha interesse che il Sud e la sua Sanità si sviluppino”, tuttavia non sempre le inefficienze devono essere spiegate puntando il dito sugli altri. E soprattutto, bisogna assumersi la responsabilità quando si impongono degli obblighi che non si riesce a far rispettare perché non se ne ha la forza.