San Giorgio a Cremano – Parla di uno scippo legalizzato il sindaco Giorgio Zinno, che prosegue, insieme alla sua amministrazione, in un percorso identitario e meridionalista che ha avuto uno dei suoi picchi con l’intitolazione di una piazza a Carlo di Borbone. Questa volta in gioco non c’è la toponomastica, ma qualcosa che incide direttamente sulla vita dei cittadini: la ripartizione dei fondi di perequazione.
Il comune di San Giorgio a Cremano presenta ricorso amministrativo al Capo dello Stato contro il riparto del Fondo di Solidarietà 2019. Si tratta di un’iniziativa legale che l’amministrazione guidata dal sindaco Giorgio Zinno, attraverso l’assessore Pietro De Martino, ha avviato in seguito ad una erronea applicazione da parte del Governo dei principi e dei parametri del federalismo fiscale, contravvenendo ai principi costituzionali (artt. dal 115 al 119).
In pratica nei territori dove gli enti non hanno un gettito fiscale tale da riuscire a finanziare i servizi essenziali quali asili nido, assistenza sociale e trasporti, l’art. 119 della Costituzione stabilisce che lo Stato attribuisca a questi comuni, definiti più “deboli” (ovvero quelli con minore capacità fiscale per abitante), risorse aggiuntive grazie al Fondo di Perequazione così da poter garantire i servizi in questione. Invece il governo gialloverde ha messo in atto una graduale riduzione dell’azione di perequazione, mettendo a rischio l’erogazione dei servizi essenziali ai cittadini.
Insomma un atto dovuto, un obbligo di legge che invece viene disatteso. Il ricorso ha infatti l’obiettivo di dimostrare l’incostituzionalità della norma dell’ultima legge di bilancio.
In base alla valutazione effettuata dall’esperto Marco Esposito, anche autore del volume Zero al Sud presentato a San Giorgio a Cremano alcune settimane fa, e dall’avvocato Salvatore Di Pardo che ha avviato la class action da parte di molti comuni del Centro e Sud Italia, alla Città di San Giorgio a Cremano spetterebbe più di un milione 800 mila euro per il 2018. Da qui, la decisione dell’amministrazione di fare ricorso direttamente al Capo dello Stato per ristabilire la legalità negata dal Governo che favorisce in questo modo, i comuni del Nord a scapito di quelli del Sud.
“È una battaglia che abbiamo deciso di portare avanti per ottenere quello che viene negato ai cittadini in maniera del tutto anticostituzionale – spiega il sindaco Giorgio Zinno. Un vero e proprio “scippo legalizzato” coperto per anni dal parametro della spesa storica, con il risultato di favorire i comuni più ricchi, ovviamente. Finora abbiamo assicurato l’erogazione dei servizi alla città esclusivamente grazie ad un’oculata gestione economica da parte dell’Ente, ma è chiaro che con maggiori risorse potremmo implementare ulteriormente assistenza, trasporti, asili nido ecc… Siamo stanchi di sottostare alla “regola dello zero” che vale solo per il Sud. Ora non stiamo più a guardare”.
“Abbiamo avviato l’azione legale che è partita insieme ai cittadini per contrastare questa palese ingiustizia, a seguito della presentazione del volume Zero al Sud, organizzata con la collaborazione di Fabio Vitale, responsabile cittadino di MO – Unione Mediterranea – aggiunge Pietro de Martino. Anche se questa annosa questione riguarda numerosi comuni della Campania, in provincia di Napoli solo San Giorgio a Cremano e Quarto hanno intrapreso questa strada per ottenere quello che è stato sottratto ai cittadini, considerati evidentemente dal governo di serie B”.