Imprenditore napoletano: “Qui ognuno va per i fatti suoi, al Nord si fa sistema”


Quante volte abbiamo sentito frasi del tipo: “i giovani d’oggi non hanno voglia di lavorare e di mettersi in gioco, magari fossero come quelli di una volta”. Al di là della veridicità o meno di queste affermazioni, di certo non fanno al caso di Gianluigi Barbato. Parliamo del 36enne napoletano che dopo aver viaggiato in lungo e in largo, ha deciso di rimanere nella sua città ed iniziare una nuova avventura imprenditoriale. La sua scommessa? Con il fratello Carlo aprire un grande supermercato nel Centro Storico di Napoli, proprio nello stabile dove la sua famiglia un tempo lavorava lastre ed altre opere in vetro.

Signor Barbato, ci racconti un po’ di lei. Ci parli delle sue esperienze, della sua crescita personale..

Sin da ragazzino ho sempre avuto il vizio del commercio. La parlantina, i contatti con le persone, un carattere molto aperto. Dopodiché ho iniziato a lavorare nell’azienda di mio padre che si occupava di infissi, coperture e facciate continue. Lì ho operato sia come commerciale che come responsabile del marketing, ma diciamo che era un’azienda molto specializzata dal punto di vista tecnologico. Ciò mi ha portato a fare qualcosa di completamente nuovo: costruire il primo impianto fotovoltaico su degli yacht di lusso costruiti in serie. Io che non sapevo nulla di fotovoltaico, mi sono messo a studiare e così ho creato, insieme ad una squadra di tecnici, il primo impianto fotovoltaico su navi di questa portata. Sono queste le esperienze che ti fanno capire di avere le capacità giuste, quindi non bisogna mai buttarsi giù! Ho avuto anche la fortuna di viaggiare in giro per il mondo e non chiudere la mente alla sola realtà nostrana.”

Quali sono i viaggi che l’hanno segnata di più?

Sicuramente Australia e Giappone. Per me, sono state le due esperienze più ‘scioccanti’. Quando sono andato in Australia ero molto giovane, avevo 24 anni. Sono rimasto lì per ben tre mesi e ho avuto l’opportunità di cambiare il mio stile di vita. Dopo questa esperienza, ho imparato ad adattarmi.
Il Giappone invece mi ha segnato per quello che ho visto sul piano dell’utopia sociale. Quando vedi una persona che lava il passamano della scala mobile in metropolitana, alle 5 del pomeriggio, inizi a capire che forse non sono i giapponesi ad avere un’attenzione eccessiva alla res publica. Tornato qui ti rendi conto che dobbiamo fare qualcosa in più per superare superficialità e disaffezione alla nostra bellissima città.”

Come mai ha deciso di aprire la sua nuova attività nel Centro Storico di Napoli?

Insieme a mio fratello Carlo abbiamo deciso di aprire il supermercato nei locali della ex vetreria di famiglia. La prima bottega del vetro nacque nel 1860 nel vicolo adiacente alla chiesa della Scorziata, dove il mio trisavolo iniziò a realizzare cupole in vetro per santi. In seguito, il mio bisnonno integrò la lavorazione delle lastre di vetro e poi mio nonno, con i suoi fratelli, comprò i locali in Vico Cinquesanti, dove si trova oggi il supermercato. I miei parenti mi hanno sempre raccontato di questi camion che arrivavano, con dei veri e propri vagoni ferroviari pieni di vetro da lavorare. Negli anni ’70 l’attività si sviluppò sempre più, fin quando poi l’azienda fu spostata in periferia, a Sant’Antimo, per poi diventare una delle due vetrerie più grandi del Sud. Come vede, la mia famiglia ha una storia imprenditoriale centenaria. Ce l’abbiamo nel sangue insomma. Non volevo rinunciare a questa tradizione”

Interessante è sapere come sarà questo nuovo supermercato. Qual’è la filosofia della sua attività?

Sicuramente è quella di basarsi sulla meritocrazia. Io mi auguro che nel tempo, i ragazzi che saranno assunti si responsabilizzino, o meglio che diventino imprenditori loro stessi. Per quanto riguarda la filosofia di vendita, noi siamo legati ai supermercati Decò, marchio napoletano. Cercheremo di offrire alla clientela dei prodotti qualitativamente buoni e allo stesso tempo mantenere delle offerte vantaggiose. Il locale è molto grande per quella zona, quindi può contenere un’offerta tale da accontentare tutte le ‘tasche’ e tutte le qualità. Inoltre assicureremo un certo ordine e la massima pulizia. Abbiamo anche deciso di investire sulla tecnologia, digitalizzando tutto il supermercato. Molte sono le sorprese che attendono i nostri futuri clienti.”

Abbiamo parlato prima di Centro Storico, ora parliamo più in generale di Napoli. Al di là della sua storia familiare, come mai ha deciso di rimanere ed investire nella sua città?  

Viaggiando, quando sei fuori casa per tanto tempo, c’è sempre qualcosa nel tuo inconscio che ti fa mancare Napoli. C’è qualcosa in noi napoletani che alla fine ci tiene sempre legati alle nostre origini. Io credo che questa città abbia ancora modo di risollevarsi. In città oggi, ascoltando le persone, sento proprio una voglia di riprendersi.”

Mi parli degli svantaggi e dei vantaggi di aprire una nuova attività a Napoli.

“Sicuramente la prima cosa difficile è la logistica, dato comunque che siamo nel Centro Storico. Non è così facile far arrivare la merce con camion e furgoni, visto che le strade sono strettissime. Altri svantaggi sono la lentezza della burocrazia e l’accesso al credito. Riguardo ai lati positivi, vi è in primis un ingente flusso di turisti. Ciò è un opportunità non solo per noi, ma per tutti i commercianti della zona. La seconda cosa positiva è che Napoli è diventata ormai un brand internazionale, sia per la cultura e le bellezze paesaggistiche, ma anche per il cibo. E per me, che col cibo ci lavoro, è una cosa fantastica”.

Per concludere, ha qualche consiglio per i giovani che, come lei, oggi vogliono iniziare una nuova attività?

Sicuramente consiglio loro di studiare ed informarsi, anche in maniera autonoma. Ma soprattutto, consiglio loro di viaggiare. Non la vacanza a Mykonos o a Formentera, dove si spendono un sacco di soldi e alla fine non ti resta nulla. Ma viaggiare per conoscere nuove culture, per cercare di capire meglio anche la nostra. Bisogna aprire gli occhi. Infine, ci tengo a dire che è importante intraprendere delle nuove attività, perché da esse non ne giovano solamente i proprietari. Si crea sempre una sinergia intorno a te, un vero e proprio circolo virtuoso. Per esempio, se la mia attività dovesse andare bene, la gente che verrebbe a fare la spesa da me, si fermerebbe poi anche dal tabaccaio all’angolo, al bar di fronte per un caffè.. Purtroppo nella nostra città, capita spesso che non si faccia sistema. Ognuno va per i fatti suoi, contrariamente a quanto accade invece al Nord. Questo è un peccato, perché noi napoletani siamo veramente delle persone intelligenti.”

Tutti dovremmo raccogliere le massime e gli appelli che questo giovane imprenditore ha deciso di regalare alla sua gente. Il benessere economico e sociale di una città riguarda infatti tutti i suoi abitanti, non soltanto i commercianti.


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