Nuove tasse su merendine, colf, tabacchi, gasolio e giochi. Mancano ancora circa 5 miliardi da trovare entro il 15 ottobre e le ipotesi su cosa tassare non smettono di aumentare. Il Ministro dell’Economia Gualtieri e i tecnici del Tesoro stanno cercando di trovare le risorse mancanti per la legge di bilancio, una manovra necessaria a combattere l’evasione fiscale. A metà mese infatti dovrà essere pronto il ‘Budgetary plan’, lo schema della legge di bilancio da consegnare all’Europa.
LA TASSA SULLE MERENDINE – Inizialmente si era pensato alla “sugar tax”, la tassa su bibite e merendine. Una proposta che era stata fatta dal ministro dell’istruzione Fioramonti sul modello di altri Paesi Europei e che era piaciuta ai medici. Per combattere obesità e diabete ben 340 pediatri e nutrizionisti avevano chiesto allora ministro della Sanità una tassa del 20% sulle bibite zuccherate da destinare a progetti di educazione alimentare.
LA TASSA SULLE COLF – Con questa tassa le famiglie italiane verrebbero trasformate in sostituti d’imposta. Nel dettaglio i nuclei familiari che hanno alle proprie dipendenze colf e badanti a fronte del pagamento della prestazione, devono trattenere una quota e versarla direttamente al Fisco. Prima invece la quota andava direttamente alla colf dipendente che poi provvedeva a versare le sue tasse.
LA TASSA SU TABACCHI E GIOCHI – Si punta ad aumentare l’accise sul tabacco. A venir tassati saranno sopratutto il tabacco trinciato (quello usato per preparare da soli le sigarette), il tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche. Le maggiori entrate dovrebbero valere circa 200 milioni. Ancora non chiaro cosa aumenterà del settore giochi, molto probabilmente si punterà ad aumentare il costo del nulla osta per la messa in esercizio degli apparecchi. Si stima un introito di almeno 500 milioni.
TASSA SU GASOLIO – Ogni centesimo di accisa in più comporterebbe un incremento del gettito per lo Stato di 200 milioni di euro. Basterebbe ridurre di 5 centesimi le agevolazioni per ottenere un miliardo di euro. Ciò comporta un aumento del prezzo del carburante alla pompa. A salvarsi, autotrasportatori e aziende agricole, esclusi dagli eventuali rincari. A farne le spese i semplici automobilisti.
Al vaglio anche le detrazioni fiscali al 19%, come le spese sanitarie. Una sorta di sconto fiscale legato al reddito: più si guadagna minore sarà la detrazione fino ad azzerarla oltre una certa soglia di reddito (200-300 mila euro).
Il tutto per bloccare l’aumento dell’Iva che comporterebbe un aumento di 542 euro a famiglia.