In Italia il cambiamento climatico porterà a disuguaglianze maggiori tra Nord e Sud


Il cambiamento climatico è una tematica che da diversi anni è alla ribalta e al centro dei dibattiti. L’uomo esercita un’influenza crescente sul clima e sulla variazione della temperatura terrestre in particolare attraverso attività quali essenzialmente: la combustione di combustibili fossili; la deforestazione; l’allevamento del bestiame.

Queste attività aggiunge enormi quantità di gas serra a quelle naturalmente presenti nell’atmosfera, incrementando l’effetto serra naturale e determinando così il fenomeno del riscaldamento climatico globale.

C’è chi come Greta Thunberg, l’attivista svedese di 17 anni, combatte per far aprire gli occhi ai potenti e chi come Trump nega anche l’evidenza. In questi giorni in cui la Californa è attanagliata dagli incendi, il Presidente americano ha espressamente detto: “Presto, comincerà a diventare più fresco. Devi solo stare a guardare. Non credo che la scienza lo sappia, in realtà“. Un menefreghismo e una posizione molto discutibile quella del presidente USA.

Purtroppo il problema del riscaldamento globale è evidente, non solo in America, ma in tutto il Mondo. Le temperature sono aumentate, i ghiacciai si stanno sciogliendo e le foreste bruciano. Anche in Italia il rischio climatico è elevato, a farne uno studio è il rapporto “Analisi del Rischio. I cambiamenti climatici in Italia”, realizzato dalla Fondazione CMCC, Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici.

In Italia la temperatura media aumenterà di 2 gradi nei prossimi 30 anni (rispetto al periodo 1981-2010), e la colonnina di mercurio potrebbe alzarsi di 5 gradi entro fine secolo. L’innalzamento delle temperature ha anche un imponente costo economico: l’impatto può arrivare fino all’8% del prodotto interno lordo pro capite.

Secondo quanto previsto dal dossier della Fondazione Cmcc, se non si corre ai ripari con politiche mirate in termini di emissioni, l’Italia dovrà vedersela con estati sempre più siccitose nelle regioni del Centro e del Sud, un aumento di eventi estremi sul fronte piogge (+9% la probabilità del rischio in Italia negli ultimi 20 anni), ma anche più giorni caldi e periodi senza pioggia con conseguenze pesanti su ondate di calore e salute nelle città. A risentirne sarà anche l’ambiente marino e costiero.

Il cambiamento climatico, spiega ancora il report nell’analisi dei possibili scenari, ha anche un ingente costo economico, con un impatto che da qui a fine secolo può arrivare fino all’8% del Pil pro capite. Tali costi aumentano rapidamente e in modo esponenziale al crescere dell’innalzamento della temperatura. Senza interventi per arrestare la marcia del riscaldamento climatico aumenterà anche la diseguaglianza economica Nord-Sud e tra fasce di popolazione più povere e più ricche.


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