Bonomi vuole affossare ancora di più il Sud: “Stipendi più bassi in base alla produttività”
Nov 16, 2020 - Andrea Favicchio
La nuova idea per rilanciare l’economia del Paese arriva da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, peccato però che sia un’idea che era in vigore negli anni ’60. Differenze salariali in base ai territori di produttività e alle aree geografiche, “stipendi più bassi al Sud” ha detto Bonomi durante la rassegna “Futura 2020” della Cgil.
“Siamo una nazione ferma da venticinque anni sulla produttività. Il Paese non è omogeneo nelle sue caratteristiche di produttività, tra Nord e Sud esistono delle differenze. Ho sempre sostenuto che lo scambio deve essere salario-produttività e non salario-welfare“.
Questa idea di Bonomi però non tiene conto delle enormi differenze con le quali i lavoratori del Sud Italia devono far fronte ogni giorno: sanità pubblica, trasporto, istruzione, tutti ritardi che penalizzano la vita produttiva sia in termini lavorativi che non.
Un’idea di ritorno al passato davvero poco probabile visto che l’accesso al Recovery Plan dovrebbe portare ad un allineamento del sud e delle isole con il nord. Già qualche mese fa il sindaco di Milano Sala aveva proposto stipendi diversi per statali del Mezzogiorno.
Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, dal canto suo difende la contrattazione nazionale e ricorda che l’Italia è il Paese con i livelli salariali più bassi e i livelli di orario più alti:
“Insisto sui contratti nazionali non perché siano alternativi alla contrattazione aziendale ma perché nel nostro Paese noi siamo fatti anche di tante piccole medie imprese e il contratto nazionale rimane lo strumento che è in grado di dare risposte a tutti e di alzare e unificare il livello di qualità in senso generale.
Tra quest’anno e il prossimo ci saranno dodici milioni di lavoratori pubblici e privati alle prese con il rinnovo del contratti. È ora di investire sul lavoro per battere il Covid-19“.