Solo il 18% (un terzo in Sardegna) dei finanziamenti del Bonus sociale 2021 andrà al Sud; nella sola città Torino arriveranno più soldi rispetto all’intera Sicilia, a Bologna il doppio di Napoli. Niente a Roma e Palermo. Sono gli effetti del meccanismo tutto italiano dei fabbisogni storici, che assegna risorse in base alle spese sostenute in passato: ne deriva che chi ha più soldi avrà più soldi, mentre chi non ha speso nulla (o quasi) perché non ne aveva la possibilità, resta all’asciutto.
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È stato il giornalista Marco Esposito a descrivere tale sistema, per la prima volta, con il libro Zero al Sud: la storia incredibile (e vera) dell’attuazione perversa del federalismo fiscale. Nel volume veniva denunciato come, per esempio, le città del Sud ricevessero zero euro per gli asili nido nonostante non ce ne fosse alcuno sul territorio comunale: per lo Stato in quelle città non vi era bisogno di costruirne per il criterio della spesa storica, ma in realtà erano i luoghi ad averne più bisogno in assoluto.
Una norma analoga è contenuta nella legge di Bilancio 2021. Per potenziare i servizi sociali Milano riceverà 1,9 milioni, Torino 1,8, Genova 1,6 e Bologna 1,1. Napoli soltanto 680mila euro, ma spiccano gli euro erogati in favore di Roma e soprattutto Palermo; zero anche a Casera, Ercolano e Torre del Greco. Anche alcune città del Nord non riceveranno alcun contributo, fermo restando il fatto che tuttavia ben 82% delle risorse sia destinato al Centro Nord.
Marco Esposito mette a confronto il Distretto di Guastalla, provincia di Reggio Emilia, e l’alto Casertano: il primo conta 69.955 residenti e il secondo 69.917, ossia pari condizioni di partenza. Secondo la legge il fabbisogno di assistenti sociali, per entrambi, è di 14 unità, ma mentre a Guastalla operano già 14 assistenti sociali nell’alto casertano ce n’è soltanto uno. Ebbene, il Distretto di Guastalla riceverà 129.328 euro e potrà assumere altri 3 assistenti, contro gli zero euro dell’alto casertano che resterà con uno solo. Da 14 a 1 si passerà a 17 a 1 e soltanto per un presupposto assurdo e discriminatorio.