Confesercenti Campania: “Il green pass non è utile per tutti. A rischio chiusura 5 mila imprese”
Ott 12, 2021 - Chiara Di Tommaso
Dal 15 ottobre il green pass sarà obbligatorio per lavoratori pubblici e privati. La certificazione verde ci sta accompagnando in questi mesi, unico lasciapassare per accedere ad alcuni luoghi come cinema, teatri e ristoranti al chiuso. Non devono sorprendere quindi le dichiarazioni di Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania, che si dice favorevole all’obbligo vaccinale ma non al green pass per determinate categorie di persone. Inoltre tema caldo è quello dei controlli che pesano esclusivamente sull’imprenditore.
GREEN PASS OBBLIGATORIO, L’ALLARME DI CONFESERCENTI CAMPANIA
Per il numero uno di Confesercenti, il lato economico infatti deve prevalere su quello sanitario non mettendo a rischio fallimento le imprese.
“Sia chiaro, siamo a favore della campagna di vaccinazione e riteniamo utile in generale l’uso del Green Pass che sta diventando una sorta di passepartout per scongiurare la chiusura della attività commerciali. Tuttavia non può gravare sugli imprenditori la responsabilità e il peso economico del controllo del possesso del certificato da parte dei dipendenti. Il problema però ancora più grave riguarda quelle figure professionali “uniche” sulle quali si fonda l’attività specie delle piccole e medie imprese. Mi riferisco agli chef stellati e non, ai maestri artigiani, ai sarti, ai tappezzieri e ai modellatori: se, per disparati motivi, non sono vaccinati e non vogliono farlo, con la sospensione dal lavoro dei no vax l’azienda rischia di dover chiudere, perchè da un giorno all’altro quel ristorante o quell’attività perde in un sol colpo cuoco o artigiano, qualità delle pietanze o dei prodotti e quindi clienti, fatturato e incassi”.
Vincenzo Schiavo spiega nel dettaglio quante imprese sono a rischio con l’obbligo del green pass dal 15 ottobre a causa di dipendenti no vax:
“In Campania, ci sono 30mila ristoranti, 7mila dei quali sono stellati: in essi circa 2mila hanno casi di dipendenti che non si sono vaccinati. Tra essi anche gli chef e i cuochi magari formati negli anni a spese dell’azienda. Con l’obbligo che entra in vigore dal 15 ottobre che succede? Chi paga i danni e chi supporta le attività? Lo stesso vale per le attività nel mondo dell’artigianato: nella nostra regione ci sono 70mila imprese nel mondo della moda, delle calzature e della pelletteria. Quasi 20mila lamentano un analogo problema. Come si risolve? Non è possibile pensare che per un volere normativo o per una volontà altrui tali attività rischiano seriamente di chiudere. Gli imprenditori devono ovviamente provare a persuadere i propri dipendenti a sottoporsi al vaccino, ma non possono obbligarli e né possono pagare le conseguenze economiche di queste difficoltà. Almeno per 5mila attività il rischio è alto“.
Confesercenti Campania prova anche a trovare una soluzione:
“Chiediamo che tra l’obbligo del Green Pass, il decreto e le ragioni di chi non intende vaccinarsi debba esserci una riflessione più profonda. Riteniamo che le imprese non possano pagare lo scotto, per l’ennesima volta e anche in questo periodo, degli effetti negativi della pandemia. Lo Stato metta in condizione i lavoratori di fare le proprie scelte, ma anche le imprese di non subire l’ennesimo contraccolpo economico. Un conto è sostituire un cameriere, per esempio e con il rispetto dovuto, un conto un artigiano che ha una specializzazione unica. Occorre trovare un punto di equilibrio tra l’importanza primaria di garantire la salute del dipendente e dei suoi colleghi e le necessità di una azienda di non subire contrazione di fatturato e di incassi senza avere alcune responsabilità. Confesercenti chiede altresì di avviare un tavolo per trovare la soluzione adeguata che non gravi economicamente sulle imprese già in ginocchio a causa della pandemia“.