Le ultime elezioni hanno visto al centro della campagna politica il tema del reddito di cittadinanza, tra chi si è opposto a questa forma di sussidio (in primis il governatore De Luca) e chi invece lo ritiene necessario specialmente dopo la crisi scaturita dalla pandemia. Ora una nuova stretta sembra arrivare dal governo ed è stata anticipata dal quotidiano online Open. Nonostante il reddito di cittadinanza sia stato rifinanziato anche per il prossimo anno, ci saranno maggiori paletti ed è prevista una nuova stretta.
Il Comitato Scientifico per la valutazione del reddito di cittadinanza ha infatti espresso parere favorevole a due proposte di modifica che erano state richieste a gran voce per porre dei freni all’eccessiva richiesta. La prima riguarda la perdita del sussidio se si rifiuta un’offerta di lavoro anche solo della durata di tre mesi. L’offerta inoltre non sarà più soggetta a limiti, prima infatti si poteva rifiutare un impiego che distava dalla propria residenza anche 250 km, con le nuove modifiche si dovrà accettare per forza la seconda offerta anche se molto lontana da casa. Una volta accettato il lavoro, il sussidio verrà bloccato per poi riprendere in caso di nuova perdita dell’impiego.
Approvato anche il taglio di cinque euro ogni mese (soglia massima mensile del taglio di 300 euro) in caso di rifiuto di un’offerta di impiego. Questa riduzione però non si applica alle famiglie i cui componenti sono inoccupabili o che hanno all’interno del nucleo famigliare un minore (sotto i tre anni) o un componente affetto da disabilità grave. Altra introduzione per rendere ancora più difficile la richiesta del reddito di cittadinanza è che la mancata presentazione al Centro per l’Impiego dopo una convocazione farà decadere il sussidio.