È stata una notte di passione in Commissione di Bilancio alla Camera, per la redazione e approvazione della legge di Bilancio. Il Parlamento è ancora piuttosto lontano dalla versione definitiva della manovra ad una manciata di giorni dalla scadenza che si era prefissato, ossia la notte tra il 23 ed il 24 dicembre.
Dopo l’ok della Camera il disegno di legge deve passare in Senato, ma bisogna riflettere sul fatto che il primo testo fu approvato dal Consiglio dei Ministri addirittura il 21 novembre scorso. Finora le modifiche non sono tantissime rispetto all’idea originaria del Governo.
La Flat Tax è stata confermata, ma il regime forfettario è stato innalzato da 65mila a 85mila euro: l’agevolazione corrisponde dunque al 15% per Partite Iva e lavoratori autonomi. Fino a 100mila euro si applica invece un incremento del 15% sulla differenza rispetto al reddito più alto nell’ultimo triennio. In contemporanea, è praticamente certo che le cartelle esattoriali fino a mille euro tra il 2000 ed il 2015 subiranno lo stralcio defitivo. Sconti delle sanzioni invece per i debiti contratti tra il 2019 ed il 2021.
Nulla cambia per quanto riguarda l’obbligo di accettare i pagamenti con Pos anche al di sotto dei 60 euro, senza incorrere in sanzioni. Resta dunque l’obbligo di accettare il pagamento con carta anche per importi minimi, ma d’altra parte sotto i 10 euro i commercianti ed i negoziamenti non pagano spese di commissione: ciò vuol dire che sul prezzo del tipico caffè i titolari dei bar non pagano nulla a titolo di commissione se il cliente paga con Pos. La sanzione per violazione dell’obbligo resta di 30 euro.
In manovra vi è un intervento per il ricalcolo dell’importo delle pensioni per il recupero dell’inflazione. L’aumento resta del 7,3% per le pensioni fino a quattro volte il minimo, oltre invece cala al 6,2% (fino a 5 volte il minimo) e al 3,8% (fino a 5 e 6 volte il minimo). L’assegno minimo passa da 500 a 600 euro per chi ha più di 75 anni.
Viene introdotta infine Quota 103 ma solo per il 2023: chi avrà 62 anni e 41 anni di contributi potrà lasciare il lavoro in anticipo, ammesso che non percepisca altri redditi da lavoro. L’assegno di pensione non potrà superare i 2600 euro mensili, ossia 5 volte il minimo. Al compimento dei 67 anni l’importo sarà pieno. Chi non approfitta dell’anticipo pensionistico potrà trattenere in busta paga i contributi dovuti dal datore di lavoro, ma non potranno far parte del computo della pensione finale.
Previsto un accesso anticipato a Opzione donna, ma con requisiti più stringenti. La soglia di età si alza da 58 a 60 anni, ma si ampliano le categorie di beneficiarie: si comprendono le invalide fino al 74%. caregiver di un genitore non autosufficiente, licendiate e dipendenti di aziende in crisi. Le madri possono lavorare un anno in meno se hanno un figlio, due in meno con più di un figlio. L’assegno pensionistico può diminuire fino al 30%.
L’assegno del Reddito di Cittadinanza sarà emesso per un massimo di 7 mensilità nel 2023, a differenza degli 8 iniziali. Gli imprenditori che assumono i percettori vedono la soglia di decontribuzione aumentata da 6mila a 8mila euro.
Anche i papà potranno usufruire del congedo parentale, fino a un mese entro i sei anni del bambino e ricevendo l’80% della retribuzione.
Il Superbonus potrà essere chiesto per lavori iniziati entro il 31 dicembre 2023 e non più il 25 novembre. Il rimborso però scenderà al 90% a partire dal mese di gennaio 2023. Il prezzo delle sigarette salirà di 10-12 centesimi, di 40 centesimi quello del tabacco trinciato.