Secondo il Rapporto sulla realizzazione delle strategie di contrasto all’evasione fiscale, pubblicato dal MEF, Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’evasione fiscale stimata in Italia ammonta a ben 91 miliardi di Euro, una cifra abnorme cui contribuisce il Nord con 47,6 miliardi (52% del totale), mentre al Centro se ne evadono 24 (26%) e al Sud 19,8 (22%). Su questi dati, certo, vi è l’influenza del fatto che nel Settentrione si produce più reddito, il che forse potrebbe anche giustificare che lì l’evasione è più del doppio rispetto al Sud, ma bisogna anche considerare il rapporto con l’evasione nel Centro Italia, comunque più ricco del Mezzogiorno e dove tuttavia l’evasione fiscale è quasi esattamente la metà rispetto al Nord. In ogni caso il 78% dell’evasione italiana è situata fuori dai confini meridionali, il che fa riflettere, e non poco, sulla propaganda portata avanti per anni di un Mezzogiorno parassita.
Il Mef ha annunciato che non ci sarà più alcun condono, perché questi minano la credibilità dello Stato, conclusione con la quale non si può che concordare: la politica del condono infatti, dall’Unità d’Italia a oggi ne sono stati fatti più di ottanta, spinge i cittadini a non pagare le tasse, poiché gli evasori sono certi che, anche se vengono scoperti, pagheranno un somma minore rispetto a quella che avrebbero versato se fossero stati in regola, ammesso che vengano scoperti e ammesso che effettivamente paghino.
Nel Rapporto si può leggere che:
“In passato, la frequenza e l’ampia portata dei provvedimenti di condono, una vera e propria costante del nostro Paese, ha generato nei contribuenti il diffuso convincimento di poter beneficiare, in futuro, di sensibili sconti sui tributi evasi, contribuendo cosi’ a minare la credibilità dello Stato, soprattutto nei confronti dei contribuenti onesti, la cui attitudine alla assolvimento puntuale degli obblighi tributari è stata scoraggiata”. Circa i condoni: “dall’Unita’ a oggi ve ne sono stati oltre 80 […] in una ottica comparatistica, gli svantaggi derivanti dalla utilizzo degli istituti perdonistici tributari sono di gran lunga superiori”.