Napoli – Questa mattina, alla Mostra d’Oltremare, sono partite le selezioni per il concorso indetto dall’Asìa e nonostante il bando richieda soltanto la licenza media si contano circa 1.232 laureati che ambiscono al posto da netturbino. Un dato che indica quanto il problema del lavoro sia generalizzato toccando anche chi, per un posto stabile, è pronto a mettere in discussione la propria professione.
Tra i candidati figurano avvocati, sociologi, comunicatori e altre figure professionali che, pur con anni di studio e sacrificio alle spalle, si dicono pronti ad abbandonare il sogno di un lavoro tanto desiderato che, probabilmente, tarda ad arrivare ormai da troppo tempo.
E’ il caso di Maria che, intervistata da La Repubblica, si è detta pronta a lasciare la toga da avvocato per indossare la tuta da operatore ecologico: “Qualche amico si è sorpreso ma la mia professione è in crisi. Questo concorso per me è abbordabile”.
E’ il segno di una piaga che investe, ormai da anni, la nostra città e tutto il Mezzogiorno: la difficoltà di garantirsi un’occupazione stabile, retribuita in maniera equa, potendo contare sulle opportune tutele. Un problema che unisce tutti, investendo l’intera società, senza distinzioni tra chi possiede una licenza media o una laurea, chi vanta una consolidata esperienza e chi si affaccia per la prima volta al mondo del lavoro.
Le indecenti proposte di lavoro, divenute sempre più frequenti, spopolano in ogni settore, non tenendo nemmeno più conto delle competenze professionali né della formazione del candidato. Paghe irrisorie e condizioni al limite della schiavitù vengono “offerte” a tutti, indistintamente.
Soltanto poche settimane fa era stato il giovane Raffaele a diffondere sui social il suo appello: “Cerco lavoro a Napoli o provincia. Sono laureato in lingue, cerco un impiego nel campo del turismo. Ho esperienza sia in Italia che all’estero nel settore dell’accoglienza turistica, come receptionist. Parlo diverse lingue e mi piacerebbe trovare un lavoro con una paga quantomeno normale”.
In molti hanno risposto all’inserzione ma in sede di colloquio le speranze del ragazzo hanno lasciato il posto all’amarezza: qualcuno gli ha offerto 3 euro l’ora in nero, altri 900 euro mensili per un full time di 6 giorni su 7 o 150 euro settimanali per 8 ore al giorno. Circostanze che spingono sempre più i giovani a trasferirsi all’estero o addirittura ad abbandonare i propri sogni, ripiegando le proprie speranze su lavori che possano offrirgli una paga certa e una stabilità economica.